Il processo Mitford – Jessica Fellowes



Jessica Fellowes
Il processo Mitford
Neri Pozza
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Quarto capitolo della saga dedicata alle affascinanti ma capricciose sorelle Mitford, indiscusse protagoniste della scena mondana britannica tra le due guerre, Il processo Mitford di Jessica Fellowes (Neri Pozza, I narratori delle tavole, pagg.320, dicembre 2020) ha l’indubbio merito di puntare i riflettori su un aspetto non così conosciuto della storia insulare del Novecento: la nascita e l’affermazione della British Union of Fascists (BUF).
L’autrice infatti proietta tra il 1933 e il 1935 il mistero da lei ideato, anni che videro il peraltro reale coinvolgimento di due Mitford in quel movimento: la quartogenita Diana che fu l’amante e poi la seconda moglie del fondatore Oswald Mosley, e Unity, la terzultima delle sorelle che, fanatica dell’ideologia nazista, divenne amante e, secondo taluni, addirittura suggeritrice di Hitler. Figlie di David Freeman Mitford, secondo barone Redesdale, e di Sydney Bowles, le due honorable sisters incarnarono l’attrazione di certa aristocrazia britannica per quelle ideologie totalitarie, in apparenza fuori contesto nella più stabile democrazia liberale del mondo occidentale. 
Eppure, grazie al carisma e alle doti oratorie di Oswald Mosley, che dapprima la stampa inglese dell’epoca indicò addirittura tra i possibili candidati alla carica di Primo Ministro, l’Unione Fascista Britannica riscosse un crescente successo, soprattutto per gli ideali di libertà individuale, di benessere comune e di difesa dell’interesse nazionale propugnati dal suo fondatore, in netta antitesi con l’individualismo tipico della mentalità borghese che imperava nell’Europa degli anni Trenta.
Il romanzo si apre proprio con il primo raduno pubblico della BUF che interrompe i festeggiamenti per il matrimonio tra Louisa Cannon, l’investigatrice dilettante creata dalla Fellowes che nel ruolo di cameriera e chaperon delle sorelle Mitford continua a imbattersi in intriganti misteri, uno per ciascuna delle sei sorelle, e Guy Sullivan, sergente investigativo del CID, chiamato a rimpinguare le file della polizia londinese alla manifestazione fascista. 
Quel giorno però la folla si mantiene pacifica, né si verificano i tafferugli temuti per la presenza di oltre cinquemila simpatizzanti. Louisa e Guy possono perciò iniziare la loro vita matrimoniale e dedicarsi al miglioramento delle rispettive posizioni lavorative, lui in polizia e lei come impiegata, non appena avrà terminato il corso di dattilografia che sta frequentando. 
Il destino però, come spesso accade, ha altre sorprese in serbo per Louisa, che la porteranno a incrociare di nuovo i passi delle sorelle Mitford. Convocata da Lady Redesdale, viene infatti invitata a unirsi a lei e alle figlie Diana e Unity, nella crociera che a breve intraprenderanno a bordo della Princess Alice, la lussuosa nave della Empire Line diretta verso i più incantevoli approdi di Italia e Grecia. Di nuovo come cameriera personale. Lei non ha dubbi e rifiuta, proprio non ne vuole sapere di retrocedere ancora una volta al ruolo di serva. 
La comparsa però di un misterioso individuo, di cui è noto solo il nome Iain e l’appartenenza ai servizi segreti governativi, ben presto la convince a imbarcarsi per spiare le due sorelle Mitford e i passeggeri che incontreranno nel viaggio. Louisa è in preda a sentimenti contrastanti, da un lato non vorrebbe lasciare il marito che ama profondamente, dall’altro le va sempre più stretta la convivenza forzata sotto il tetto dei suoceri. Il ruolo di spia poi comincia ad apparirle sempre più seducente e così finisce per imbarcarsi sulla lussuosa nave, eccitata per i nuovi approdi e per un ruolo che asseconda la sua sete di avventura. 
A bordo però i presagi non tardano a rivelarsi funesti, in vista di un orizzonte “perduto nell’oscurità, con il cielo e il mare neri come le palpebre interne di un morto”. E anche il delitto non si fa attendere: Joseph Fowler, architetto di successo, viene trovato in fin di vita nella sua lussuosa cabina, selvaggiamente percosso con un mazzuolo. La moglie Ella, in stato di shock, appare da subito la maggior indiziata, a causa del rapporto burrascoso con il marito e della tresca che intrattiene con uno dei camerieri di bordo. Per fortuna il sergente Sullivan si trova sulla nave, da poco imbarcatosi per fare una sorpresa a Louisa, e può assumere la titolarità delle indagini. A quest’ultima spetterà un doppio ruolo, indagare in aiuto del marito e spiare Unity e la pericolosa amicizia da lei stretta con Wofgang von Bohlen, rampollo di una facoltosa dinastia industriale tedesca e fervente nazista.
Il processo Mitford conferma tutti gli ingredienti che hanno decretato il successo dei tre precedenti titoli della serie I delitti Mitford (L’assassinio di Florence Nightingale Shore, Morte di un giovane di belle speranze, Scandalo in casa Mitford, tutti editi da Neri Pozza): una sapiente miscela di invenzione e ricerca storica, vivacità dei caratteri, ambientazione brillante.
Al pari degli altri romanzi della Fowler, anche questo assume come scenario un ben preciso periodo della storia britannica, compreso nel ventennio tra le due guerre mondiali, e accompagna una delle sorelle Mitford negli anni del suo debutto in società. La tarda primavera del 1933 vede stavolta il turno della quasi diciannovenne Unity mentre si imbarca, con la madre e la sorella Diana, per la lussuosa crociera nel Mediterraneo, prima tappa del suo viaggio di trasferimento per motivi di studio in quella Germania nazista che si avvia a nominare Hitler Cancelliere del Reich.
Dal canto suo Diana Mitford, la più bella delle sorelle, in procinto di divorziare da Brian Guiness, è già l’amante di Oswald Mosley, che poi sposerà nel 1936, e con passione assiste, insieme a Unity, al primo, oceanico, raduno a Londra del Movimento Fascista Britannico e alla rapida scalata di popolarità dell’amante. E perfino il loro padre, Lord Redesdale, che pure ha combattuto contro i soldati tedeschi nella Prima Guerra Mondiale, non ascolta altra musica che quella di Wagner e ha dato a sua figlia Unity il secondo nome di Valkyrie. Forse solo Louisa Cannon e Guy Sullivan nutrono chiari sentimenti contro il nazifascismo, “orrendo” per lei, francamente “sgomenta per l’adesione di Diana”, tanto da sentirsi “sporca e colpevole semplicemente perché la conosceva”; di inequivocabile antipatia per lui, che pur ammette la sua utilità in Germania “per impedire ai comunisti di prendere il potere”. 
E che dire di Wolfgang von Bohlen, l’atletico spasimante di Unity a bordo della Princess Alice, che si aggira per la nave sfoggiando “la sua aderente uniforme nera delle SS, con la svastica sul fondo bianco abbagliante nel sole”. Di certo, che incarna i più puri caratteri della razza ariana, ispirato com’è a uno dei rampolli della dinastia industriale Krupp.
D’altronde, anche l’omicidio di Joseph Fowler e la messa sotto accusa della moglie Ella e del suo amante Jim Evans sono modellati su un celebre processo dell’epoca che vide protagonisti l’architetto Francis Rattenbury, la vittima, la moglie Alma e l’amante di lei, il loro autista Percy Stoner.
E per finire con le citazioni tra realtà e finzione, perfino il misterioso Iain, che assolda Louisa Cannon nell’inedito ruolo di spia, trova il suo precedente in Maxwell Knight, il più celebre reclutatore dell’MI5 (Military Intelligence, Sezione 5)   britannico, che si dice abbia ispirato Ian Fleming nella creazione del suo James Bond.
Al di là della pur gustosa miscela di fantasia e ricerca storica, Il processo Mitford funziona soprattutto per la vivacità dei caratteri e per l’ambientazione brillante: “dalle nubi rosee e bianche posate sugli alberi” della tarda primavera londinese” alla lussuosa Princess Alice, “favolosa come Louisa aveva sperato, con file di oblò nel bianco scafo scintillante” e interni che “abbondavano di finiture in argento e di specchiere”, all’Old Bailey, il tribunale inglese più celebre dove si svolge il processo (dall’autrice denominato “Mitford” in quanto del collegio difensore fa parte Tom, erede di Lord Redesdale), “culmine della carriera” per gli avvocati, che sarebbe poi stato gravemente danneggiato nel blitz aereo tedesco del 1942.
Una lettura divertente, non scevra di spunti di riflessione, interessante per alcune inedite pagine della storia britannica, già perfetta per una sceneggiatura televisiva di una Downton Abbey sulle soglie della Seconda Guerra Mondiale: il sangue di Jessica Fellowes, che correva nelle vene anche del più celebre zio Julian, non mente.

Giusy Giulianini

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