Il sale sulla ferita – Cristina Rava



Cristina Rava
Il sale sulla ferita
Rizzoli
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Tempi difficili per Ardelia Spinola, medico legale ingauno (tradotto per i non liguri cittadino di Albenga) con il “vizietto” delle indagini. Intelligente e spiritosa si muove in un ideale scenario, una Liguria meno conosciuta, fatta anche di paesini quasi fuori dal mondo, che attraversa durante le sue escursioni per le stradette dell’entroterra.
Determinata e, se ne compiace, virilmente femminile, è abituata ad affrontare e reggere qualunque situazione, le piace di seguire il suo istinto e, diciamola tutta, visto che il suo lavoro non è il massimo del divertimento, spesso per rompere la routine,  si è trasformata in  “poliziotto per risolvere dei casi, a suo dire:  perché non ama il disordine.
Stavolta dopo essere finalmente riuscita a metabolizzare lo choc della  sera di Natale  in cui ha  scoperto in inequivocabile atteggiamento affettuoso i suoi  carissimi amici, il commissario in pensione Bartolomeo Rebaudengo e la pianista Norma Picolit Ardelia, ha ormai ripreso senza troppi pensieri  la sua routine lavorativa e la sua vita domestica ad Albenga.
Un giorno però, arrivata la primavera, risponde a  una  telefonata dall’ex fidanzato Arturo Granero . Anni  di amore ormai finiti, dei quali le resta ancora la chiave di casa, mai restituita. É  un bel pezzo che non si sentono.  Dopo un  impacciato e semi ingessato  scambio di notizie in cui   lui  le spiega di  non aver cambiato casa  ma di essersi garantito un valido collaboratore in farmacia per ridurre  il troppo lavoro e di essere in procinto di partire sulla barca di un amico,  Arturo le confiderà con la voce che emerge da un raffinato  sottofondo musicale di sentirsi un po’  malinconico. Insolito e persino preoccupante per lui, tanto che  Ardelia, pressante, lo interroga, chiedendo secca : “Ma qualcosa non va”? Senza rispondere Arturo alza all’improvviso il volume della musica,  gradevole sottofondo della telefonata, tanto da permetterle di sentire una voce  che intona la Regina della notte di Mozart per poi commentare quasi con distacco  con lei la sublime unicità dell’opera. Poi, rassicurante, si scusa per la sua momentanea inquietudine e invitandola a non preoccuparsi riattacca. Una strana telefonata la  sua, che lascia in  Ardelia una sensazione di disagio con la netta consapevolezza che lui le abbia taciuto il vero motivo.
Passano pochi giorni e con una  chiamata arrivata alle nove e mezzo , Ardelia  deve recarsi in una villa sulla collina  di Alassio per esaminare un cadavere. Dove sarà accolta e istradata del maggiore dei carabinieri  Anna Galassi. Sono tutti in attesa del magistrato. La vittima,  la si  vede già da lontano  è  un uomo dai capelli biondi lisci  appena imbiancati, sdraiato  lungo la piscina . I suoi vestiti.  benchè  bagnati fradici, denotano buon gusto  ma  avvicinandosi, prima di svenire inopinatamente tra le braccia di un militare, purtroppo Ardelia riconoscerà il caro amico Arturo. Il suo corpo è stato  ripescato con un proiettile nel torace dalla piscina della villa di Davide Drusi, ricco imprenditore ligure.
Ardelia è stravolta, e quando si riprende sul divano del padrone di casa, che si dichiara da un anno amico di Granero e lo ospitava,  si renderà  conto che Drusi sembra quasi il  suo gemello. Forse quella straordinaria  somiglianza potrebbe spiegare il delitto, fornire un  movente all’omicidio.  Possibile  che l’ uomo da colpire  fosse Drusi  e che si tratti di  uno scambio di persona.
Quel delitto però sommerge la Spinola , facendola sprofondare per ore in un pianto disperato, confortata da Bartolomeo Rebaudengo che, appena  informato, si è precipitato dal Piemonte per raggiungerla e  starle  vicino e  cercherà  di tenerla fuori dai guai.  Ma Ardelia sia per il doloroso ricordo di quella strana, singolare telefonata di Arturo che per il forte coinvolgimento emotivo e personale,  non resiste, non può restare lontana  dalle indagini. A Rebuadengo non resta che affiancarla e pur malvolentieri darle una mano .  Loro due , molto affiatati, entrambi dotati di grande pazienza e minuziosità hanno spesso quando operano insieme rapide e precise intuizioni:
Cristina Rava, appassionata “gattofila”, come  i suoi personaggi, riesce a inquadrare alla perfezione  le loro caratteristiche  e  non solo quelle di loro due,  ma anche quelle dei coprotagonisti:  vedi  Norma, l’amica  pianista in tournée quando è avvenuto il fattaccio, Gabriele voce lontana che pare inafferrabile, Nora la rustica governante e cuoca sopraffina  di Rebaudengo e tanti altri,  con  la  interessante new entry del maggiore Anna Galassi. Tutti con peculiarità, consuetudini e idee che li caratterizzano e utili ad arrivare a una soluzione. Scelta azzeccata insistere sul romanzo corale con diverse voci che anche stavolta ben si accordano.
Una trama complessa e articolata,  che sorprende  il lettore con i suoi  continui colpi di scena. Le storie dei vari personaggi si intersecano tra loro scoprendo pian piano l’ordito narrativo e svelando solo in fondo tanti imbrogli segreti e l’identità del cattivo, non senza però aver disseminato prima indizi e prove incriminanti che portano in altra direzione.
Un’avventurosa  e affilata commedia nera di  Cristina Rava, adatta a confermare la sua abilità, nel descrivere ed  esplorare i perversi, melodrammatici  e crudeli intenti della mente umana. Uno spregiudicato  gioco di ruoli, che porterà alla luce un intrico di avidità e miseria umana, nel quale tuttavia rimane lo spazio per inaspettati avvicinamenti sentimentali di cui sarà artefice e vittima persino la nostra Ardelia Spinola. Il ritrovare con Rebaudengo una nuova emozione importante e coinvolgente che le regalerà vitalità e voglia di riscoprirsi giovane nel cuore e nel corpo. Niente di strano, perché al giorno d’oggi alla sua età si è giovani! Nella sua vita poi restano sempre  i punti forti: il fuoristrada , Barack e Raad i gatti, Ughetto il suo assistente all’obitorio e quando serve la sua carta segreta, il jolly da giocare al momento giusto: Gabriele.

Patrizia Debicke

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