Il silenzio imperfetto



aldo penna
Il silenzio imperfetto
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“Molti libri hanno affrontato il rapporto mafia-politica, in genere all’interno di saggi che partivano dall’esame di fatti oscurati o tralasciati dalla cronaca. In questo bel libro, invece, che è un romanzo, la mafia si muove sullo sfondo, per poi rivelarsi nella sua crudezza ed efferatezza. Fenomeno che muta, cambia, si adatta.”

Ho voluto iniziare con una citazione dalla splendida introduzione del Dr. Antonio Ingroia, che dall’alto della sua esperienza e conoscenza della materia ha centrato subito il maggior pregio di Il silenzio imperfetto di Aldo Penna.

Non è semplice parlare di mafia. Aldo Penna, sicuramente aiutato dal suo essere Palermitano “doc” e quindi dal vivere immerso in una città che per certi versi è divenuta purtroppo il simbolo della mafia, ma per fortuna anche della lotta alla mafia, riesce a raccontarci una storia, o forse dovrei dire, tante storie vere. È il racconto di chi è – suo malgrado – testimone di ciò che accade nella Palermo di oggi. Non a caso il protagonista, Gaetano Flores, è un giornalista di cronaca nera.

L’autore fa un sapiente uso di realtà e fantasia, nello sforzo di raccontare cos’è la mafia e quali sono i fili invisibili – oggi forse neanche tanto – che la legano alla politica.

È un romanzo, tecnicamente un giallo-poliziesco, ma anche e soprattutto una denuncia di questo tumore maligno – la mafia – che affligge non solo Palermo e la Sicilia, ma propaga le sue metastasi ovunque, dal tessuto sociale al mondo politico, governativo e imprenditoriale.

chiara perseghin

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