Intervista a Andrea Biscaro

Sangue d'Ansonaco - Copertina.inddAndrea Biscaro è nato a Ferrara nel 1979. Vive all’Isola del Giglio da dieci anni. Cantautore, romanziere, scrittore per ragazzi, è considerato dalla critica una delle voci più originali e poliedriche della scena letteraria italiana. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo, ad esempio, il bestseller “Nerone. Il fuoco di Roma”.

Andrea, tutto il tuo nuovo romanzo, “Sangue d’Ansonaco”, ruota sulla dicotomia fra vissuto ed immaginazione, realtà e mondo onirico… Secondo te, questo accade spesso anche nella vita reale?
Secondo me sì, anche se ovviamente in modo più sottile e filtrato. Spesso la realtà che ci appare di fronte non è altro che la proiezione dei nostri desideri più profondi. D’altronde, “siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”, non credi?

Sangue d’Ansonaco vede nuovamente protagonista il famoso scrittore di thriller Antonio Brando, già presente nel romanzo “Illune”, uscito nel 2011. Quanto c’è di Andrea Biscaro in Antonio Brando o viceversa?
A parte le iniziali e il fatto che entrambi siamo scrittori, non credo che Antonio Brando e Andrea Biscaro abbiano molto in comune!

Come già in “Illune”, il protagonista si trova invischiato progressivamente in vicende strane, inquietanti ed inspiegabili, alle prese con entità soprannaturali e maligne… E’ mai successo qualcosa del genere allo scrittore Andrea Biscaro, magari nel corso delle ricerche per un nuovo romanzo o di qualche notte tormentata?
Nessuna vicenda strana o metafisica nella mia vita e nelle mie ricerche. Peccato! Perché amo il sprannaturale. Lo bramo. Lo agogno. Credo in ciò che non vedo: fantasmi, mostri, alieni, dimensioni parallele… sarebbe bello incappare in qualcosa di prodigioso e magico prima o poi!

Il tuo romanzo, oltre ad Antonio Brando, ha sicuramente un altro protagonista… L’intera vicenda, infatti, è punteggiata di riferimenti all’Ansonaco, vino gigliese di antichissime origini. Come ti è venuta l’idea, direi molto originale, di far ruotare l’intero racconto intorno all’Ansonaco?
Ho sempre pensato alla narrativa come a un efficace, divertente veicolo per comunicare piccole e grandi storie. L’Ansonaco è un vino straordinario, antico, unico. C’è una grande storia dietro questo prodotto. Nessuno aveva mai raccontato l’Ansonaco in un romanzo. L’ho fatto io. E spero di averlo fatto nel modo più brillante!

Anche il mare svolge un ruolo importante nel romanzo, sfondo costante dell’intera vicenda, e ne diventa spesso anch’esso un elemento di rilievo; di giorno piatto e tranquillo, di notte cupo, increspato e pauroso. Dipende anche dal fatto che la tua vita si svolge in una lacalità di mare?
Il mare è lo sfondo costante della mia vita. É una grande madre. Un’immensa inquieta anima che mi accompagna giorno e notte, col suo profumo e col suo suono. In “Sangue d’Ansonaco” ho voluto celebrare questo mio mare. Splendido e imprevedibile. Arcano, sacro blu, da rispettare e venerare.

Giunto ad un certo punto della vicenda, mi è balzata in mente una definizione, che ho riportato anche nella mia recensione: metaromanzo. Questo termine è adatto, secondo te, a definire la tua opera?
Sì, certo, azzeccatissimo! I miei romanzi sono (quasi sempre) storie nelle storie, giochi di scatole cinesi, sogni ad occhi aperti, vicende aperte a più finali e interpretazioni.

Si può dire che il tuo romanzo ha più finali, tutti a sorpresa, ma allo stesso tempo ci lascia con un interrogativo, su cui ovviamente non possiamo dire di più… Hai già in mente una prossima avventura per Antonio Brando?
Una nuova avventura con Brando è già scritta e pronta per la stampa. Uscirà entro l’anno. Sarà ambientata ancora una volta in una località di mare. E il mistero stavolta, oltre che metafisico, sarà anche ecologico. Non posso dire altro!

A differenza, ad esempio, di quanto avevi fatto nel tuo romanzo “Il vicino”, in questo nuovo libro manca una “colonna sonora” musicale vera e propria… Come mai hai voluto questa volta privilegiare un sottofondo costituito dagli elementi naturali, altrettanto affascinante?
Perché la musica degli elementi è forte e ipnotica. Basta a se stessa. Inoltre è il sottofondo inevitabile per una storia insulare.

Un’ultima domanda, più personale… Quale tra le sue molteplici attività in campo artistico Andrea Biscaro sente più vicina e congeniale?
Tutte! Che poi fanno capo ad un unico proposito e istinto: quello di raccontare storie.

Gian Luca Antonio Lamborizio

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