Recentemente è uscito Rosso Italiano edito da Barbera Editore, definito il libro più cattivo dell’anno e ambientato tra magistratura, forze dell’ordine e avvocati milanesi. Scritto da Massimo Rainer, pseudonimo usato da un avvocato penalista di Milano è stato diffuso con il passaparola, la creazione di un gruppo su anobii e pubblicizzato da un’intervista su booksweb.tv . Finora ha ottenuto riscontri positivi, sia nelle recensioni che nei commenti spontanei sul web.
MilanoNera ha incontrato Massimo Rainer e gli ha sottoposto l’intervista in pillole con qualche domanda in più
Come mai hai deciso di scrivere un libro?
E’ stato il libro che ha deciso di farsi scrivere da me. Ho impiegato solo due mesi per la stesura; sembravo posseduto! Era un periodo di particolare “serenità rabbiosa”, come la definisco io. Una
specie di stato di grazia dove le parole nascevano da sole, come diceva quel tale di Zocca…
Qual’è stata la molla che ti ha spinto?
Nel mio libro attacco senza troppi complimenti alcuni luoghi comuni del nostro tempo con cui mi confronto quotidianamente per lavoro: la problematica dell’immigrazione, l’infallibilità di magistrati e forze dell’ordine, l’ignavia di certa parte della mia categoria.
Ti sei ispirato a fatti veri?
Più che altro mi sono ispirato a luoghi veri e a prototipi di esseri umani
reali.
Con quale alchimia hai convinto il tuo editore a pubblicare un esordiente?
Nessuna alchimia; ho letto un libro della Barbera Editore che mi è piaciuto e ho pensato che potesse interessare. Non conoscevo nessuno, quindi ho inviato il manoscritto e una breve lettera di accompagnamento con una semplice raccomandata.
Hanno letto quanto ricevuto, cosa che fanno sempre, e dopo tre giorni mi hanno richiamato per propormi il contratto.
Forse, oltre che da quanto ho scritto, sono rimasti colpiti dalla mia sfacciataggine.
Consiglieresti a chi scrive di seguire un corso di scrittura e perché?
Non saprei, non avendone mai frequentati.
Il tuo autore preferito?
Indiscutibilmente Jean Christophe Grangè; “L’impero dei lupi” è un capolavoro assoluto nell’ambito del noir.
Tra gli italiani, Ammaniti su tutti.
La più bella soddisfazione avuta come scrittore?
Ogni volta che vedo qualcuno acquistare il mio libro il cuore perde un colpo.
Quando trovi il tempo di scrivere e cosa fai nella vita per vivere?
Sono un avvocato penalista e vivo di questo. Scrivo nei ritagli di tempo, meglio se di tardo pomeriggio
Si può vivere di sola scrittura oggi? pensi che ci riuscirai un giorno?
credo che, in questo momento, non siano molti a vivere di sola scrittura,tralasciando gli “eletti”.
non sono così presuntuoso da pensare di vivere solo di questa passione…diciamo che ci spero.
Che opinione hai degli agenti letterari? Ne hai uno?
Probabilmente sono utili, come tutti i professionisti in ogni settore. Non
ho la controprova, non essendo seguito da nessun agente.
Favorevole o contrario ai premi letterari? hai mai partecipato a uno?
No, mai. Spero di avere l’occasione in futuro.
Per cosa faresti carte false (editorialmente parlando)?
Mi accontento di scrivere sotto falso nome.