Intervista a Alicia Giménez Bartlett – Mio caro serial killer

Alicia Giménez Bartlett , attualmente in Italia per presentare il suo nuovo libro, Mio caro serial killer,  ci ha fatto l’immenso regalo di rispondere a qualche domanda.

41jskWc6xQLPer disegnare la personalità della protagonista dei suoi Noir, Pedra Delicado, si è ispirata a qualcuno in particolare? C’è un po’ di Alicia nel suo carattere o è un parto della sua fantasia?
Per Pedra mi sono ispirata alle donne di una cerca epoca, la fine del franchismo e il post-franchismo. Donne che hanno vissuto il cambiamento. Io appartengo a quel periodo. E, ovviamente, Pedra ha qualcosa del mio carattere: l’ironia, lo humor e il piacere
della solitudine.

A cosa attribuisce il successo europeo della serie di Pedra? Dopotutto è una donna di mezza età, con difficoltà e crisi molto umane e comuni, non certo una specie di James Bond in gonnella. Eppure…

Non lo so. Suppongo che le esperienze che descrivo nei libri siano comuni a tutti e quindi tutti ci identifichiamo un po’.

Ha un rapporto diretto con i suoi lettori? Le scrivono? Le loro reazioni la guidano nella stesura dei tuoi romanzi?
I miei libri sono il contatto con i lettori e questo è il motivo per cui scrivo. Non mi sono mai iscritta a nessun social network né mai lo farò. Vedo i miei lettori quando li incontro fisicamente agli eventi e questo per me è fonte di enorme piacere.

E’ più soddisfatta dal successo dei romanzi di Pedra o da quello di libri come “Una stanza tutta per gli altri” (Una habitatión ajena) o come “Uomini nudi” (Hombres desnudos) ?
Mi è indifferente. Quello che ho sempre desiderato era di scrivere le storie che mi piacevano e ci sono riuscita,

Leggendo la sua opera letteraria si ha l’impressione che lei riservi alle storie che hanno per protagonista l’ispettrice Delicado una visione ottimistica (e spesso anche umoristica) dell’esistenza, mentre negli altri romanzi si avverte un punto di vista “meno roseo”. Dove si rispecchia con maggior fedeltà il punto di vista di Alicia Giménez-Bartlett ?
Sono una specie di schizofrenica: una parte del mio carattere è molto ironica e divertente, l’altra invece molto pessimista. Entrambi i tipi di libro mi rappresentano.

Nella classifica italiana di Amazon, da qualche tempo nel genere “Gialli e Thriller” trionfano romanzi nei quali la trama gialla è quasi un accidens, il piatto forte è rappresentato da sesso e violenza. Lei crede che “il vecchio classico giallo” stia imboccando il suo viale del Tramonto?
Temo che i gialli “ più letterari” abbiano meno successo, però…tutto dipende dalle mode, che sono fugaci!

Da tempo si parla di Lei come della “regina del noir europeo”, ma secondo alcuni è una corona condivisa con altre autrici contemporanee. Due nomi non a caso: la francese Fred Vargas e la svedese Camilla Läckberg… Quali rapporti ha con le sue colleghe? Le legge, le apprezza, si confronta con loro? Cosa sente di avere in comune e diverso da loro?
No, no, io non sono la regina di nulla! E non ho nemmeno molto in comune con tutte le autrici che ha citato. Fred Vargas è più accademica di me e ricorre sempre alla Storia. In quanto alla Lackberg…io non sono così sexy e nemmeno porto gli stiletti.

Lei è una tra le più celebri scrittrici contemporanee, se dovesse disegnare l’identikit di uno scrittore quali elementi inserirebbe nella descrizione? E’ un mestiere che si sentirebbe di consigliare?
Direi che uno scrittore è un lettore, un solitario, un osservatore e una persona riflessiva.
Non lo raccomanderei: troppa solitudine e poi non puoi mai essere certo che quello che fai abbia qualche valore.

Molti Noir e Thriller oggi si presentano come dei veri e propri trattati tecnologici, nei quali l’”intuizione” del poliziotto/investigatore sembra essere stata confinata alla… soffitta. Qual è la sua opinione in merito?
Uff.. questo tipo di storie mi annoiano terribilmente! Per di più, la polizia  stessa dice che l’intuizione continua a essere importante e necessaria.

Ebook: tema spinoso del quale pero’ parlano più spesso editori e lettori che non gli autori, fatta eccezione ad esempio di Milan Kundera che ha interdetto ai suoi editori la pubblicazione dei suoi romanzi in formato elettronico.
Lei cosa ne pensa ? Per lei è giusto alimentare una guerra tra stampa tradizionale e moderni metodi di comunicazione?
Milan Kundera è un uomo molto serio, credo però che abbia esagerato. Perché proibire un formato?
L’importante è che la gente ti legga, il come non ha importanza. Io persnalmente preferisco la carta, ovviamente!

Pedra sarebbe la stessa senza Férmin?
No, le mancherebbe il compagno ideale contro cui lanciare tutte le sue frecciatine ironiche che, in fondo, sono puro affetto.

MilanoNera ringrazia  Alicia Giménez Bartlett e l’ufficio stampa Sellerio per la disponibilità

Flaminia P. Mancinelli

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