Intervista a Patrizia Debicke van der Noot, una degli ospiti del NebbiaGialla

Patrizia Debicke

13174021_10209609768311391_8106234326239850169_nLa congiura di San Domenico è il secondo romanzo con Julius la sentinella del Papa, ti piace la serialità?
Mi piace e penso che possa creare affezione dei lettori nei confronti di un protagonista. Anche se all’inizio ho avuto difficoltà a convincere gli editori. Con un seriale c’è il vantaggio che si conosce già bene il tema, e si può giostrare meglio con i personaggi. Però, a conti fatti, soprattutto scrivendo gialli storici, l’ambientazione, la ricostruzione dei caratteri e la necessità di trovare un buco nero dove infilare una trama adatta, mi suggeriscono di limitare la serialità a tre o quattro uscite. Infatti un protagonista storico, che deve sempre e comunque rispettare certi binari, secondo me diventa meno duttile di un investigatore classico.
Intanto nel secondo romanzo con la Sentinella del papa, l’ufficiale della Guardia svizzera al servizio di Giulio II (1506) e in pratica il suo alter ego, ho voluto e dovuto cambiare scenario e, passando da Roma a Bologna, sono andata a frugare nelle crudeli trame di esorcisti domenicani di San Domenico.
Un terzo in vista? Ma? Sto valutando un potenziale palcoscenico. Penso di poter dire altro e vorrei scrivere ancora una bella storia. Vedremo.

3d444ffb-c364-4fc4-a19c-9b3cf1fcce0cDall’Oro dei Medici all’Eredità medicea, quanto ti piace raccontare i misteri e gli intrighi che ruotavano intorno alla famiglia Medici?
Mi piace parlare della grande storia, descrivendola con toni e ritmi da feuilleton. E poi oggi con la fiction televisiva appena passata su RAI 1, i Medici sono sulla cresta dell’onda e bisognerebbe approfittarne fino in fondo.
Misteri e intrighi per L’oro dei Medici e L’Eredità medicea, ma non dimentichiamo La Gemma del cardinale, il mio primo romanzo che vede come protagonista Don Giovanni de’ Medici. Ho scritto del momento storico in cui la famiglia fiorentina, dopo Cosimo il vecchio, Lorenzo il Magnifico e la grande Caterina, torna alla massima auge e dona splendore e influenza internazionale a Firenze.
In L’Eredità medicea (1537) racconto l’ascesa al potere di Cosimo, figlio di Giovanni delle Bande Nere e Maria Salviati (nipote del Magnifico) ad appena diciassette anni. Il ragazzo verrà nominato duca e in seguito, governando con pugno di ferro, sarà il primo Granduca fiorentino: Cosimo I. I Medici diventano sempre più potenti e sono ricchissimi. La banca consente loro di foraggiare e trattare alla pari i regnanti europei.
Nella Gemma del cardinale (1589), dopo la morte di Francesco I, il fratello, il cardinale Ferdinando, lascerà la porpora e regnerà, sfidando nemici e intrighi, con l’appoggio del fratello minore, Don Giovanni de’ Medici, ultimo maschio legittimato del Granduca Cosimo I, guerriero, ammiraglio, architetto. In L’oro dei medici (1598) Ferdinando I e il fratello Don Giovanni dovranno affrontare un diabolico complotto spagnolo contro il Granducato.
In questi romanzi medicei, diversamente da quelli legati alla Sentinella del papa che vedono come indiscussi protagonisti l’ufficiale svizzero e il pontefice, la serialità, che si appoggia su più personaggi, consente di allargare il tiro. E francamente mi piacerebbe poterne scrivere ancora.

Nei tuoi romanzi ci sono molti personaggi femminili. Ti diverte di più scrivere di uomini o di donne?
Francamente non ho preferenze, però scrivendo molto spesso del 1500 e di potere i miei protagonisti sono prevalentemente uomini che lo detenevano. Il sedicesimo secolo ha visto un’indiscutibile dominanza maschile rispetto al gentil sesso. I grandi spiriti femminili si possono contare sulle dita di una mano: vedi Margherita d’Austria, Caterina de’ Medici, Elisabetta d’Inghilterra… Ma si dice, e a ragione, che non c’è grand’uomo senza dietro una grande donna. Perciò nei miei romanzi anche se le donne non sono mai in primo piano, contano sempre molto.

Personaggi reali e inventati. Come li scegli e li caratterizzi?
Nei miei gialli storici dominano i personaggi reali. Ma siccome di ciascuno di loro si è sempre scritto in tanti modi, il segreto sta nello scegliere la versione che fa più comodo e attenercisi senza mai scordare la plausibilità di pensieri, fatti e azioni. L’importante è fare i conti con la storiografia e individuare i buchi neri che consentano di inserire una coinvolgente trama ad hoc. Certo utilizzare brevemente il geniale e stizzoso Michelangelo come spalla, insomma come una specie di dottor Watson, in La congiura di San Domenico è stato molto divertente. Visto che la storia trabocca di aneddoti su di lui, ho pescato a piene mani e la cosa più gustosa è stato immaginare i dialoghi.
Per servirsi di personaggi reali, per me è indispensabile reperire tutte le descrizioni letterarie disponibili e, se fattibile, guardare e interpretare i loro ritratti. Per quelli inventati invece, indispensabili, che fungono da costola e collante per costruire la trama e portarla avanti, posso sbizzarrirmi a regalare loro ogni caratteristica fisica e mentale, particolarità, pregi e difetti. E talvolta qualcosa di mio, quali forza di carattere, debolezze, idee, riflessioni e anima. Ogni scrittore, io credo, quando crea i suoi personaggi, orchestra sempre per prestare loro qualcosa di personale.

Uno dei rischi maggiori per un autore di storici è di sommergere il lettore con troppi particolari e dati, frutto della ricerca e della necessaria documentazione. Tu, direi che invece, riesci a sfuggire a questo trabocchetto. Come fai?
Scrivo e riscrivo ma poi rileggo e sforbicio via, implacabile. La ricostruzione storica, che mi costa tanto sudore della fronte e che va dai cibi agli usi e costumi dell’epoca, deve trapelare da dietro le quinte. Come una cornice a giorno. Se scrivo un thriller storico, devo “privilegiare la trama gialla” e coinvolgere subito il lettore. Non scrivo dei saggi storici ma dei romanzi.

Le nostre recensioni ai romanzi
http://www.milanonera.com/leredita-medicea-2/
http://www.milanonera.com/la-congiura-san-domenico-2/

thPatrizia Debicke van der Noot sarà al NebbiaGialla sia come ospite che come moderatrice.

Cristina Marra

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