La banda degli amanti

Massimo Carlotto al festival Nebbiagialla 2009


Massimo Carlotto
La banda degli amanti
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La banda degli amanti, la nuova intrigante avventura dell’Alligatore, uno dei personaggi più interessanti e innovativi del panorama giallo/noir italiano, segna degnamente il fantasmagorico ventennale di avventure della famosa serie noir scaturita dalla fertile penna di Massimo Carlotto.
La verità dell’Alligatore infatti, “primogenito” della bella nidiata che vide la luce nel 1995, dette uno scossone al palcoscenico letterario, si prese la soddisfazione di trovare diffusione e successo anche sui mercati internazionali e portò in scena per la prima volta l’Alligatore, al secolo Marco Buratti.
Forse con un occhio nostalgico al mai dimenticato Carlo Emilio Gadda, e raccogliendo il timone di Izzo, Massimo Carlotto s’inventò un donchisciottesco personaggio, uno stravagante investigatore, uscito dalla galera senza colpe, senza fiducia nelle istituzioni ma sfegatato paladino di verità e giustizia al punto d’impegnarsi solo nei casi nei quali si era stato fatto torto ai più deboli e che, per le sue indagini, si avvaleva dell’aiuto di Beniamino Rossini, un malavitoso vecchio stampo e di Max la Memoria un bizzarro “analista” d’informazioni, veterano dei movimenti politici degli anni Settanta. E lo coinvolse in un’avventura che vedeva i buoni mascherati da cattivi e i cattivi talmente cattivi che peggio di così non si poteva trovare, neppure nelle favole.
Non era una colorita scenografia che rivoluzionava il giallo classico, ma un modo per denunciare le tante falle di un’Italia contemporanea, in bilico tra economia e criminalità, e di fronte alle contraddizioni di giustizia e politica.
Favola ho detto e favola ribadisco perché Marco e i suoi compari, da novelli Robin Hood/Primule rosse o si muovono in questo bacato mondo attuale come i personaggi di una “Chanson de geste”, in lotta contro l’invasione della barbarie umana.
Ma tornando all’ultimogenito (finora) La banda di amanti, un accenno alla trama tanto per invogliarvi di più.
Cagliari: Oriana Pozzi Vitali, riccona svizzera cinquantenne, su consiglio di Giannella Marzolo, amica e avvocato di Buratti, viene a rompere il volontario esilio insulare dell’Alligatore che cerca di affogare nell’alcol l’infelice compendio della sua vita. La vendetta non è bastata a curare le piaghe di una donna straziata e la morte ha colpito senza pietà stroncando moralmente lui e i suoi soci.
Oriana Pozzi Vitali gli impone, piangendo, la sua storia che parla di Guido Di Lello, il suo segreto amante di dieci anni più giovane, un tranquillo professore universitario romano, scomparso mesi prima a Padova, dove si trovava il loro nido d’amore. Solo lei sa che è stato vittima di un rapimento perché, per evitare uno scandalo, ha rifiutato di pagare il riscatto, ma ora consumata dall’ansia e sopraffatta dal senso di colpa, vuole sapere cos’è successo, se Guido è ancora vivo e chi sono i criminali che hanno stravolto la sua vita.
Questa drammatica confessione e l’allegata consistente offerta economica – la svizzera non bada a spese – riesce in qualche modo a rompere il ghiaccio infernale che sta serrando il nostro eroe nelle sue spire e a farlo tornare in pista.
Marco Buratti va a Padova e s’istalla nell’appartamento dove la donna incontrava l’amante e, visto che da troppo tempo è fuori dai giochi locali, chiede l’aiuto dell’avvocato Bosatto che lo fa incontrare con l’ispettore Giulio Campagna, uno straordinario poliziotto molto speciale che usa la testa e non ha mai agito secondo le regole prestabilite. Con in mano poco o nulla, l’Alligatore comincia testardamente a indagare, brancolando nel buio fino a quando un indizio porterà lui e i suoi soci sulla pista giusta ma coinvolgendoli in una brutta storia che li costringerà a confrontarsi con Giorgio Pellegrini (protagonista di Arrivederci amore, ciao e Alla fine di un giorno noioso), perversa e accentratrice mente criminale. Scatta una partita mortale anche con l’appoggio dell’ispettore Campagna. La soluzione è vicina e rien ne va plus? Nossignori, appuntamento alla prossima avventura!
Spassose le caratterizzazioni dei personaggi. Per non parlare degli abiti e d’altro, che mi obbliga a citare per forza la “ anonima” Skoda Felicia verde con cofano arancione scelta da Buratti. Straordinari i flash back, buona parte con gallica atmosfera, a sintesi di tante storie passate.

Patrizia Debicke

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