La Banda dei Tre



Carlo Callegari
La Banda dei Tre
Time crime
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Ha un nome, ma vorrebbe non avere un cognome. Claudio Bambola. Poliziotto infiltrato nella malavita di Padova per mettere le mani su un pesante quantitativo di cocaina. Due anni di lavoro, un nuovo mondo dentro cui si è inserito alla perfezione, entrando in contatto con un’umanità che più scrausa non si può, e relazioni settimanali a un superiore che sente sempre come più distante. La sua mini compagnia racchiude Tony Piccolo, un nano famelico, pistolero, spacciatore, dotato di ottimo attrezzo e mentore di due gemelle che impediscono che la ruggine gli si posi sopra e Silvano Magagnin, alias il Boa, ex tossico ora piazzatosi sul mercato come topo d’appartamento. Nella sua missione è intervenuta una famigliola non proprio Barilla style, i Makarovic, tre fratelli russi che si sono intromessi nell’affare senza pensare quanto Claudio possa rimanerci male. Sono molto cattivi i Makarovic. Brutte facce e pistole sempre imbottite addosso. Le cose poi per Claudio e la sua banda prendono una piega via via più nera. Se Claudio riuscirà a fare tornare il bianco, ciao Padova e ciao polizia. Scivola subito nelle vene La Banda dei Tre di Carlo Callegari. Crime story che respira di hard boiled ubriaco dalla prima riga. Narrazione veloce, divertimento a go-go, dialoghi surreali e volutamente inattuali in situazioni impossibili, personaggi che ispirano ed escono dalla pagina, intreccio che comunque sta in piedi senza dover necessariamente essere considerato gamella del sugo ottenuto dall’improbabilità dai protagonisti. Si potrebbe tradurre in un ottimo b-movie o in un tormentone alla Torrente. In una realtà dentro cui ci si deve muovere lentamente e spesso camminando sulle uova, la storia procede con una velocità che non ha intoppi. Callegari schiaccia la tavoletta dell’acceleratore che manco Hamilton al confronto sarebbe certo della pole. Sarebbe buona notizia sapere che nella testa dell’autore c’è il desiderio di dare il via a una serialità. Quel nano bastardo sarebbe il caso di ritrovarcelo prima o poi.

Corrado Ori Tanzi

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