La bestia di Sannazzaro



Alessandro Reali
La bestia di Sannazzaro
Frilli
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Indovinato scorcio vintage per questo nuovo noir sannazzarese di Alessandro Reali. Ricostruzione e ambientazione accurate, minuziose ma non soverchianti che vanno a pescare fino all’800 savoiardo per un romanzo storico dal sapore dolce amaro.
Dico dolce amaro perché mi riporta a certi toni accesi e romanzeschi da feuilleton, con personaggi descritti a tutto tondo nel bene e nel male.
E non mi dispiace di rileggere di tempi in cui dopo tanto piangere e penare finalmente i cattivi venivano puniti e scontavano pubblicamente la pena.
Siamo nell’inverno del 1917 secondo anno di conflitto per il giovane Regno d’Italia.
La Prima Guerra Mondiale sta falcidiando i padri e i figli di ogni nazione europea, seminando disperazione nelle famiglie di tutte le classi sociali. E quindi anche quelli di Sannazzaro de’ Burgondi, gran bel paese, circondato da risaie, solido nucleo agricolo tra le campagne della Lomellina e le rive del Po.
Una gelida sera, Nicola Necchi, un ragazzo orfano quindicenne, suo padre è caduto sul Carso, crede di aver incontrato nella fittissima nebbia notturna la Bestia, il mostro che da secoli popola le leggende locali. Una misteriosa creatura arrivata chissà da dove e nutrita da superstizioni. La Bestia che «…viene su dai boschi del Po’ per sbranare gli sprovveduti, i viandanti che non sanno che la notte è il regno del Diavolo».
Ma la Bestia di Nicola invece è un uomo in carne e ossa, uno sconosciuto forestiero ucciso con un coltellaccio piantato in mezzo alla schiena. Ma chi può essere? E perché è stato ammazzato? Può volere qualcosa da Nicola, che sogna solo i begli occhi di una bionda coetanea e di partire per l’Argentina appena finita la guerra?
Il ragazzo si confida con il suo mentore e vecchio protettore della sua famiglia, l’avvocato Domenico Persico, scapolone incallito ex tombeur de femme (tanti anni prima anche la nonna di Nicola…), mente brillante, con accese simpatie mazziniane, che convoca il maresciallo Vailati, comandante della locale stazione dei carabinieri. Vailati prende in mano l’indagine, ma quel delitto pare strano. E in più un altro fatto sta mettendo in agitazione da giorni gli animi dei maggiorenti del paese. Siro Rovescala, grosso possidente terriero, uomo con il pelo sullo stomaco e che governa con prepotenza le vite di gran parte della gente del luogo, ha ricevuto alcune minacciose lettere anonime che per la prima volta gli fanno paura, richiamando brutte vecchie storie. Qualcosa di sinistro che torna dal passato?
Tra l’austero Palazzo Levi, l’attuale lussuosa dimora di Siro Rovescala, e la calda e amichevole atmosfera dello studio dell’avvocato Domenico Persico, sfila una carrellata di straordinari personaggi uniti e divisi da piaceri, vizi, rancori, rivalità, e sanguinosi segreti sepolti dal tempo.
Una drammatica rappresentazione della commedia umana, messa in scena a popolare quel triste inverno di guerra del 1917.

 

Patrizia Debicke

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