La casa del padre



Karen Dionne
La casa del padre
Sperling & Kupfer
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La casa del padre è un thriller diverso e originale, una lettura che coinvolge e emoziona.
A fare da filo conduttore c’è una favola di Andersen, la figlia della palude, che parla di una bimba dalla doppia personalità: bella e malvagia di giorno, mostruosa ma gentile la notte.
E due anime ha anche Helena, la protagonista del libro.
È una donna adulta, sposata con un uomo dolce e comprensivo, ha due figlie e un lavoro che ama: raccoglie bacche e frutti per farne marmellate e gelatine e ogni tanto va a caccia di orsi in compagnia del suo cane.
Tutto sembrerebbe idilliaco se non fosse che Helena ha un segreto che non ha confessato a nessuno.
A 15 anni sua made venne rapita. Un sequestro lungo 12 anni durante il quale è nata lei.
Dopo gli anni vissuti nella palude, ha faticato a inserirsi nella società, nelle sue regole, negli orari. Per smettere di essere vittima ha anche cambiato il suo nome. Un percorso difficile e doloroso, che intrapreso nascondendo a tutti il suo passato, che però a un certo punto però torna impetuoso: dopo tredici anni in un carcere di massima sicurezza, il padre è evaso.
È un pazzo. È pericoloso, e solo una persona può fermarlo, la stessa che lo aveva fatto rinchiudere: Helena. E non solo perché lo conosce meglio di tutti, ma anche perché lei è una parte di lui.
La casa del padre è narrato in prima persona da Helena che a volte sembra rivolgersi direttamente al lettore, quasi a ribattere a ipotetiche osservazioni. Perché la sua è una storia dura e drammatica, che ci fa capire quanto sia complicato comprendere una situazione simile.
IL racconto  procede alternando l’inseguimento del padre a flashback sulla sua infanzia. Proseguendo  nella lettura vediamo come la bimba fosse profondamente legata a quell’uomo duro e violento, spesso addirittura feroce ma che riusciva a domare la natura e le insegnava a combattere e a cacciare.
Un’infanzia passata in solitudine, lontana da tutti, con una madre di cui non poteva capire l’atteggiamento e un padre che la trasformava in una versione “mini “ di se stesso.
Helena cresce per 12 anni in una realtà che crede unica, senza possibilità di confronto con altri, in balia di un padre psicopatico e manipolatore, uno che a cinque anni le regala un coltello. Arma che lei apprezza molto di più della bambola di stracci fattale dalla madre.
Un uomo che era riuscito a convincerla che l’atteggiamento passivo della madre fosse disinteresse nei suoi confronti.
L’unica idea dell’esistenza di un mondo diverso fuori dalla sua palude le viene da vecchie copie del National Geographic, fino a quando, per caso, vagando per la foresta, vede una famiglia in gita.
Quella visione fa vacillare tutto il suo mondo che piano piano inizia a crollare: scopre che c’è altro fuori dalla palude, non solo un mondo diverso, ma rapporti diversi, non fatti di paura e dolore.
Guarda il padre e la madre con occhi nuovi, ribalta i suoi giudizi, inizia a ribellarsi e medita la fuga.
Fuga che l’ha portata dopo anni sulle tracce del padre in un inseguimento in cui le sue due anime, la bambina selvaggia della palude di allora e la donna di oggi si ricongiungono.
La casa del padre è un thriller di profonda introspezione psicologica, con personaggi perfettamente tridimensionali, e con un’accurata analisi dei rapporti che si creano in una situazione straordinaria. tra sequestratore e sequestrato, tra cacciatore e preda. Orrore e tenerezza vi colpiranno allo stesso modo.
Amore, sopraffazione, violenza hanno mille sfaccettature. e una cosa su tutte ci dice La casa del padre: se non sai, se non ci sei passato, se non capisci, allora non giudicare.

Cristina Aicardi

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