La libraia di Orvieto
Di primo acchito, la donna trova pace in una piccola libreria gestita da Sergio Paolini, professore e uomo di altri tempi, che, oltre a coronare le ambizioni professionali di Matilde, le trova anche un alloggio presso lestemporanea Madama Georgette. La piccola comunità orvietana composta da bonari bottegai e cordiali albergatori non nega a Matilde una calorosa accoglienza ma appare molto scettica nel rivelarle dettagli in merito alla vecchia vicenda e sulle blande indagini condotte a suo tempo dalla polizia.
In questa amena cittadina neanche il luogo del delitto sembra essere poi così agghiacciante.
La Macchia dei Frati: un uomo impiccato con le gambe che toccano terra potrebbe non essere un suicidio. Chi si è addossato il peso di quella colpa per dieci anni? Chi si è avvalso del potere di giudicare e condannare? Lomertà della gente del posto sciocca Matilde, nessuno hai mai visto luomo, nessuno lo ha mai incontrato. Apparentemente, nessuno sapeva chi fosse. Matilde, vivace e corroborante, studia i dettagli: un rametto di issopo sullorecchio del morto, una sigla sulla sua biancheria.
Le riflessioni della protagonista, ricche di suggestioni letterarie, ci accompagnano fino alla risoluzione del caso e allultima malinconica lettera che scrive allamica che ha perso per sempre. Cara Livia, ( .) Con tutta questa oscurità intorno, mi sento davvero meno sola. Per ora sto bene dove sto. Ed è lultima volta che ti scrivo.
Una commedia nera, dal retrogusto agrodolce, dove ognuno porta con se i propri peccati e non è un tribunale ad emettere sentenze, né tantomeno Dio. Dopotutto, le scelte discutibili degli altri aiutano a comprendere le proprie scelte discutibili; dato che alla mente umana non è consentito dimenticare, almeno si può imparare a capire e a perdonare, se stessi e gli altri.
La libraia di Orvieto- valentina pattavina - fanucci
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