La maestra cattiva – Suzy K. Quinn



Suzy K. Quinn
La maestra cattiva

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Dopo una traumatica separazione per i comportamenti violenti del marito Olli, Lizzie sembra ritrovare finalmente la pace con il figlio Tommy trasferendosi in un quartiere lontano dall’abitazione del coniuge. Tutto cambia per madre e figlio: una nuova casa, una nuova scuola, pubblica ma di grande fama, il cui motto è Semper fortis, e che potrà dare una possibilità di riscatto a entrambi. Ma le cose non vanno come Lizzie aveva sperato: suo figlio torna da scuola sempre più stanco e triste, si lega ad amici poco raccomandabili, non la fa più partecipe come un tempo delle sue confidenze. Soprattutto ha malori inspiegabili e un’ansia che lo attanaglia. Inutilmente la donna cercherà di far luce sul disagio di Tommy: il preside e le insegnanti riterranno ingiustificate le sue preoccupazioni e si mostreranno ben poco collaborativi con la premurosa Lizzie. Non procediamo oltre con la trama de La maestra cattiva, lasciando al lettore il gusto di scoprire come si dipanerà la vicenda. Il romanzo ci presenta diverse voci narranti: quella di Lizzie, la madre, di Kate, l’assistente sociale che segue lei e Tommy, della madre di Lizzie e di altri protagonisti, inserendo anche diversi livelli temporali. La Quinn conduce il lettore in un labirinto, tenendolo per mano attraverso i vari passaggi della storia, sino all’imprevedibile colpo di scena finale. Passiamo dall’atmosfera asettica e inquietante della scuola “perfetta” di Tommy al disordine delle case delle madri single che allevano figli tra solitudine e inadeguatezza, supportate da assistenti sociali come Kate, che credono nel loro lavoro a tal punto da mettere in discussione gli equilibri familiari, abbandonate da un sistema assistenziale come quello inglese, sempre più povero di fondi e di personale. La figura di Lizzie è tracciata con notevole abilità, perché spinge facilmente il lettore ( o meglio la lettrice) a immedesimarsi nelle difficoltà della sua vita, costretta com’è a districarsi tra una madre anaffettiva e bugiarda al limite del patologico, e un marito per cui ha lasciato il lavoro e i propri sogni e che invece non le ha dato la felicità promessa. La trama procede scorrevole e coinvolgente; è rilevante la disinvoltura con cui la Quinn ha giocato col patto narrativo tra lettore e autore. La maestra cattiva si dimostra un piacevole e intrigante giallo con cui trascorrere le fresche serate estive.

Donatella Brusati

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