La memoria dei corpi



Marina Di Guardo
La memoria dei corpi
Mondadori
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La memoria dei corpi
Inganni, bugie e la splendida natura delle colline italiane
Giorgio è un ex avvocato quarantenne che può permettersi di vivere di rendita nella sua villa mausoleo sulle colline emiliane. Ogni venerdì sera, per spezzare la monotonia della sua vita e per conoscere le ultime novità successe nella sua zona, va a giocare a carte con un gruppo di beoni poco raccomandabili e lontani anni luce dal suo status sociale ed economico. Ma lui si diverte e questo gli basta. Tornando da una delle sue solite partite e con l’umore non proprio alle stelle si imbatte nell’auto in panne di una giovane e seducente bionda che con maniere da suadenti e mostrando una fragilità tutta sua lo ammalia tanto da indurlo a offrirle di passare la notte nella sua villa e cercare di occuparsi dell’auto guasta in giorno dopo. La ragazza accetta e presto tra i due si consuma una storia di sesso e dipendenza che mette in ginocchio l’equilibrio mentale ed emotivo già compromesso del giovane avvocato e dà inizio a una serie di strani e oscuri eventi nella sua vita.
Giorgio è stato un bambino infelice succube di un padre forte, severo e inflessibile e di una madre distaccata e indifferente, ora entrambi morti, e così pure Giulia, la giovane incontrata per caso e diventata sua amante. Vittima di violenza, abuso e indifferenza familiare.
Ma c’è qualcosa che torna in questa ragazza così bella e seducente. Troppi i misteri che nasconde e troppe le coincidenze negative succedute a Giorgio da quando lei è apparsa come un uragano nella sua vita. Tra misteriose sparizioni e fantasmi ancora troppo pericolosi la tragedia è ancora più macabra di quanto ognuno possa pensare. Ma soprattutto chi è davvero Giulia?
La memoria dei corpi è un thriller sofisticato e curato in ogni dettaglio dove il pathos accompagna chi legge capitolo dopo capitolo e dove, fortunatamente, l’autrice riesce a costruire un finale davvero contri ogni previsione. La fragilità emotiva dei personaggi principali contrapposta al loro comportamento crudo, selvaggio, egoista è il migliore controcanto che si può realizzare in un giallo. Perfettissima la location dove si snodano la maggior parte delle azioni, anche quest’ultima in netto contrasto con il Male che percorre i boschi, la natura rigogliosa delle colline emiliane e l’incanto dei piccoli borghi. Ma la vendetta, le azioni criminali e lo sconforto che si assapora in tutto il romanzo alla fine sono solo un pretesto per raccontare la follia assoluta dell’essere umano, il suo decadimento interiore, l’orrore travestito da ambizione.
Marina Di Guardo non si risparmia e non risparmia il lettore, non teme la narrazione di scene forti, la citafione di psicofarmaci, la descrizione accurata delle mise, degli oggetti, perfino degli occhi dei gatti. Tutto è costruito ad arte per un thriller che non vi lascerà fiato fino a che non l’avrete chiuso.

Antonia del Sambro

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