La memoria del dolore – Sandro Dettori



Sandro Dettori
La memoria del dolore
Le Mezzelane
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Si può curare il dolore e declinarlo in mille altre esperienze: a volte, però, basta un profumo, l’aria di una canzone a far sì che le connessioni sinaptiche si risveglino mostrando il legame indissolubile tra emozioni e ricordi.

Questo è un romanzo fatto di memoria, di gravi eventi lontani che hanno cambiato una vita, trattati con delicatezza, ma con ferma determinazione: la determinazione che accompagna il dovere di denunciare ciò che accade, perché il silenzio è peggiore del delitto.

In La memoria del dolore don Sandro è un attento e amato curato di paese cui viene imposto di trasferirsi in un’altra parrocchia, lasciando la comunità, cui è legatissimo, a don Anselmo.

Ma l’attività del nuovo parroco non dura a lungo; una mattina, decisa ad andare a raccontare i propri peccati, la vispa ottantenne Erminia si inginocchia nel confessionale, da cui però non arriva il consueto invito ad aprire la sua anima.

Padre Anselmo sembra dormire, in ginocchio, addossato alla parete. Ma il sangue sul suo petto non lascia dubbi.

Intanto, a poca distanza dal borgo un gruppo di amici, tra cui ufficiali delle Forze dell’Ordine e Asia, la moglie psicoterapeuta di uno di loro, si sono radunati nella casa di vacanza per quella che doveva essere una lieta rimpatriata nell’entroterra ligure.

Lieta fino alla telefonata del sostituto procuratore, Cinzia Ansaldi, che a conoscenza della presenza dell’ispettore Pier Martini, ora funzionario dei Servizi Segreti, trova un modo per coinvolgerlo nelle indagini.

Da quel momento la storia mostra una prospettiva allarmante e inattesa: proprio uno degli amici di Pier, Franco Gueli ex poliziotto e stimato cittadino, è fortemente sospettato perché notato nei pressi della chiesa, la mattina dell’omicidio.

La squadra investigativa si forma spontaneamente e le indagini si incrociano, dal nord al sud dell’Italia, tra storie personali, problemi, figli da accudire o portare al cinema come in tutte le famiglie normali. 

Nessuno crede alla colpevolezza di Franco e i suoi amici avviano un’indagine parallela e discreta scavando nel passato di padre Anselmo; l’elemento ricorrente che  riscontrano è che il prete ha diretto orfanotrofi in diverse località italiane, dove i piccoli ospiti hanno vissuto in condizioni di abuso e sopraffazione.

Il movente sembra ormai chiaro: l’assassinio di don Anselmo è una vendetta, legata alle molestie che ha compiuto sui bambini.

È così che un tempo lontano torna; torna un ricordo che si affaccia con prepotenza perché la memoria ha  un dovere ben preciso nei confronti degli eventi, lo invochiamo per non dimenticare i periodi bui della nostra storia.

Proprio da questo profondo contenitore di ricordi, grazie a una seduta di ipnosi che porta alla luce quanto a suo tempo è stato sepolto, la verità emerge dapprima confusa e poi sempre più nitida, benché inattesa.

L’ispettore Pier Martini è soddisfatto del lavoro di squadra, ma davvero ha scoperto la verità?

Marinella Giuni

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