La paura deve essere reale. Intervista a Jeffery Deaver



Da decenni è uno dei più amati scrittori di thriller, attualmente in libreria con Il visitatore notturno, Rizzoli, Jeffery Deaver ha cortesemente accettato di rispondere alle domande di MilanoNera.

Il visitatore notturno è stato pubblicato prima in Italia che in altri paesi, perché?
Perché amo l’Italia e perché è un paese di lettori!

Questo libro è il numero 15 della serie di Rhyme che è il più amato tra i tuoi personaggi ma come è iniziato tutto? Come ti è venuto in mente un protagonista così particolare?
Volevo creare un eroe che usasse la sua mente come un’arma, non qualcuno che facesse mosse di karate o sparasse al cattivo. Lincoln ha intrappolato i cattivi con i suoi piani intelligenti e la sua genialità.

Perché hai scelto di mettere al suo fianco Amelia, che è lei stessa affetta da una malattia potenzialmente invalidante come l’artrite reumatoide?
Amelia è l’anima della risoluzione dei crimini; Lincoln è il cervello. Ha una malattia fisica perché tutti noi abbiamo qualche problema con le nostre incarnazioni fisiche. Questo ci rende reali. E avevo bisogno che anche i miei personaggi fossero reali.

In ogni tuo libro c’è un cattivo. Quali sono le caratteristiche che un cattivo deve avere per essere realistico e qual è il tuo preferito tra tutti quelli che hai creato?
Devono essere intelligenti e non avere alcuna morale. Il fabbro de Il visitatore notturno è uno dei miei preferiti. Inoltre, ovviamente l’Orologiaio!

Quali “armi” sono più potenti per instillare paura e ansia nei lettori?Tutto ciò che farà sentire ai lettori che questi elementi di paura potrebbero riguardare anche loro. La paura deve essere personale, e concreta, non astratta.

Rhyme, Rune, Pellam, Dance e Shaw, cosa hanno in comune? E a proposito, Katherine Dance tornerà?
Sono tutti intelligenti e faranno tutto il necessario per assicurarsi che i cattivi vengano uccisi. Hanno anche un pungente senso dell’umorismo. Sì, Katherine Dance tornerà, ma potrebbero volerci alcuni anni.

Di solito i thriller hanno inizi avvincenti e finali sorprendenti, ma in October list hai scritto la storia al contrario portando a un inizio sorprendente. È stato più difficile scrivere in questo modo? Hai altre sorprese in serbo per noi?
Sì, October list è stata una sfida. Ma sento che più sono sfidato, migliore sarà l’esperienza dei lettori. È stato divertente scrivere, ma non lo farò più! Troppo lavoro!

Hai anche scritto un thriller storico, Il giardino delle belve, usando alcuni personaggi realmente esistiti. Scriverai altri libri con un background storico?
Sì, lo farò. Mi è piaciuto Il Giardino delle Belve. È il mio libro preferito. Sto solo cercando una buona epoca storica di cui scrivere.

Chimica, fisica, dati, formule, i libri di Rhyme sono ricchi di informazioni tecniche: sei un esperto in tutti questi campi o qualcuno ti aiuta? Hai mai commesso un errore che non è mai stato scoperto dai tuoi lettori?
Non sono un esperto, ma faccio molte ricerche e poi ricontrollo, per assicurarmi che sia tutto giusto. Di tanto in tanto un errore sfugge, ma si tratta principalmente di un errore di battitura, non di una mia negligenza nella ricerca.

Qual è il tuo rapporto con gli editori?
Amo i miei editori! Fanno parte della squadra che porta i libri dalla mia testa nelle mani dei lettori.

Mi sembra che tu sia stato spesso un passo avanti rispetto alla realtà, ad esempio con Deep blue e quando scrivevi del furto di dati sensibili dalle nostre carte. Come ci riesci?
Sì, Deep Blue e altri libri sono preveggenti: hanno identificato le tendenze prima che si verificassero. Penso che questo sia dovuto al fatto che passo molto tempo ad osservare il mondo e la natura umana.

È possibile per un lettore arrivare alla soluzione leggendo la lavagna di Rhyme?
Oh si. Le risposte ci sono, anche se trovare la verità richiede molto lavoro.

L’Orologiaio è il Moriarty di Rhyme?
Si, esattamente.

Come è possibile portare una storia al limite senza diventare improbabile e inverosimile?
Non puoi rendere una storia troppo improbabile. Ai lettori non piacerà. Ma comunque sanno che è finzione, quindi puoi giocare un po’ con la “realtà” del tuo mondo.

Durante il tuo intervento a Bookcity a Milano hai detto che sei uno scrittore commerciale e scrivi quello che la gente vuole leggere, perché il tuo obiettivo è intrattenere. Ho davvero apprezzato la tua affermazione onesta ma, secondo te, perché tanti altri scrittori commerciali sono così riluttanti ad ammetterlo? (sono stato io a fare questa domanda a Milano).
Ah, sì, grazie per la domanda! Non posso parlare per altri autori, ovviamente, ma forse non sentono davvero di voler scrivere per i lettori, ma lo fanno principalmente per se stessi. Questo non è un male, semplicemente non è quello che voglio fare io. Naturalmente, nella scrittura come in molti altri atti creativi, ci sono coinvolti molti ego.

Di solito la gente ti chiede quali sono i tuoi autori o libri preferiti. Io vorrei invece sapere il titolo del libro che non hai mai finito di leggere.
Infinte Jest di David Foster Wallace. È un romanzo brillante, molto sperimentale e complesso. Rispetto immensamente il libro. Semplicemente non mi sono divertito.

Per finire, una curiosità: dovessi perdere le chiavi, potresti forzare la serratura di casa o avresti ancora bisogno di un fabbro?
Ah! Chiamerei un fabbro… o userei una mazza  

MilanoNera ringrazia Jeffery Deaver e Rizzoli per la disponibilità.

Cristina Aicardi

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