La pietra al collo



carlo barbieri
La pietra al collo
todaro
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Palermo. 12 – 20 agosto 2012.

Il commissario Francesco Mancuso della Omicidi (e di Caronia Giovanna e Vincenzo), fissato per un certo caffè, marcia dell’Aida per suoneria, invaghito della bella ispettrice napoletana Giuliana Esposito, resta in ufficio a Ferragosto per riposarsi. Invece, c’è un primo morto, poi un secondo, poi un terzo, un quarto e ancora. Il rituale sembra lo stesso, non lo capiscono proprio subito, allude a un versetto del Vangelo secondo Luca, mettere al collo una pietra da mulino per evitare che i pedofili scandalizzino ancora i bambini.

Nelle storie di bimbi violati, antichi e moderni, in qualche modo ci sono di mezzo istituti scolastici e istituzioni religiose, fors’anche la mafia. Tornano gli ispettori e prova a delegare loro, prima di rischiare in proprio la vita e capire gli arcani.

Abbastanza gradevole il nuovo romanzo del 67enne siciliano d’alto mare Carlo Barbieri, in terza fissa. Nessuna descrizione fisica dei protagonisti, finale a sorpresa e un pochino frettoloso. Segnalo la razza Cockbreaker a pag. 60. Ravazzate, arancine, sfincionelli a volontà.

valerio calzolaio

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