La regola delle ombre – Giulio Leoni



Giulio Leoni
La regola delle ombre
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Torna meritatamente in libreria La regola delle ombre di Giulio Leoni, che stavolta lascia il suo Dante per regalare il ruolo di protagonista della sua storia il grande, anzi grandissimo, Pico della Mirandola.
Pico della Mirandola conte di Concordia, il fedele amico di Lorenzo de’ Medici, proprio lui tuttavia  che ebbe, secondo me, l’infausta idea di fargli invitare a Firenze fra’ Gerolano Savonarola, è famoso ancora oggi soprattutto per la sua prodigiosa memoria.
Ma Pico della Mirandola aveva tante altre qualità: era un eccelso umanista, un filosofo. Il suo scopo era raggiungere l’ambizioso  traguardo di riuscire a fare una sintesi tra le varie dottrine religiose, non solo quelle di ispirazione cristiana e pagana, ma anche quelle di matrice ebraica e araba, senza escludere gli insegnamento della filosofia medievale. A tal fine scrisse una corposa documentazione, articolata in 900 tesi che avrebbe dovuto essere discussa a Roma in un dotto e ampio consesso tra valenti studiosi provenienti da tutto il mondo.
Quella discussione, però, non avvenne mai, perché alcune delle sue tesi furono giudicate eretiche dalla chiesa cattolica. Di fronte alle contestazioni mossegli, Pico cercò di dimostrare la validità delle proprie posizioni (soprattutto sulla magia e sulla cabala) scrivendo una dotta Apologia, ma la netta condanna sancita dal pontefice Innocenzo VIII lo costrinse a lasciare Roma.                                                                    Pico della Mirandola infatti, famoso anche come grande spadaccino, aveva tra i suoi mille e più interessi, la passione per l’Occulto e  l’Occulto dominerà la trama   di La regola delle Ombre. 
Un fantasma pare abbia fatto la sua apparizione ai viventi. Simonetta Vespucci, giovane donna di leggendaria bellezza, celebrata dal pennello del  Botticelli, sembra che sia  ritornata dall’Aldilà. Proprio lei, Simonetta Vespucci, vagheggiata dallo stesso Signore di Firenze, sarebbe riuscita a valicare il Confine e starebbe camminando di nuovo su questa terra.
La sua tomba è vuota e pare che qualcuno l’abbia vista aggirarsi per Firenze. Più voci sussurrano timorose: “Era lei, era lei….
Il Magnifico non può permettersi di indugiare, vuole e deve conoscere la verità. Tanto più che quella improvvisa riapparizione di Simonetta in questo mondo avrebbe  coinciso con un misterioso delitto: la prima stamperia a lettere mobili di Firenze è stata divorata dalle fiamme e il cadavere del suo padrone, lo  stampatore, ritrovato con la testa ferocemente serrata nel torchio. Tutto lascia pensare che l’incendio sia stato doloso anche perché l’incisore, che lavorava con lui , è stato ritrovato morto in una taverna, pugnalato alla schiena. I due, stampatore e incisore, stavano lavorando insieme a un libro, a un’opera eccezionale, per farne dono al Signore di Firenze.
E il Magnifico ritiene  che dovrebbe  trattarsi del misterioso volume La Regola delle ombre, ricevuto in dono da suo nonno Cosimo, direttamente da Leon Battista Alberti. Si tratterebbe  dell’ultimo volume dell’antico “Corpus Hermeticum”, nel quale forse potrebbe celarsi  il segreto per far tornare le anime dal mondo dei morti. Ma è mai possibile che Simonetta Vespucci sia davvero tornata dagli Inferi?
A Lorenzo de’ Medici non resterà che affidare la delicata indagine al suo giovane e fidato amico, Pico della Mirandola.
Per risolvere  l’astruso enigma, Pico dovrà  raggiungere il cuore della Cristianità, Roma, per mettersi sulle tracce del celebre architetto Leon Battista Alberti.
Suo malgrado il nostro giovane protagonista si troverà coinvolto in una serie di menzogne e orribili delitti, costretto a confrontarsi con un  subdolo e pericoloso rivale: il cardinale Rodrigo Borgia. Non ancora papa, ma già introdotto ovunque e potentissimo, il religioso aragonese sta tessendo come un ragno la fitta trama della sua ascesa. Mira solo alla tiara pontificia per sé e a conquistare un regno per i suoi figli.                                                                                                                             
Il punto più intrigante e fondamentale di La regola delle ombre sta nella colta abilità di Leoni nel catapultare il lettore in uno dei più movimentati e complicati contesti storici del passato. Un contesto denso di corruzioni e intrighi, in un perenne vortice di lotte intestine tra nobili famiglie, grandi casate con, per palcoscenico, una straordinaria Roma fatta di splendide rovine antiche, palazzi signorili, vicoli intricati e stanze sotterranee sconosciute nelle quali si nasconde ancora il sapere esoterico. Un contesto in cui, per arrivare a sbrogliare l’intricata matassa, sarà costretta a muoversi e operare la figura del giovane Pico, con i suoi dubbi, i suoi segreti pensieri e le sue angosce ma anche e soprattutto con l’estrema lucidità della sua mente in grado di ricordare e catalogare ogni dettaglio. In questa storia si cela una grande Roma segreta, quella ancora immersa nella splendente età classica della sua storia , oscenamente depredata delle sue ricchezze per erigere i nuovi monumenti della Cristianità. Ma questa città nascosta, sempre silenziosamente presente, riemerge  con prepotenza dal passato, intrecciandosi con certi misteri che lasciano attonito l’animo umano.
In un carosello di situazioni, affrontando persino l’anarchia del fantasmagorico  carnevale romano, Giulio Leoni ci trasporta in un mondo temporale in cui tutto era  o appariva possibile, anche la folle idea che la più bella delle donne sia ritornata dall’Aldilà per scacciare  le ultime ombre del Medioevo, liberando l’uomo dalle sue ataviche paure.

Patrizia Debicke

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