La ruggine del tempo – Dario Galimberti



Dario Galimberti
La ruggine del tempo
Libromania
Compralo su Compralo su Amazon

Siamo alla vigilia del capodanno del 1932 ed Ezechiele Beretta è delegato di polizia a Lugano. Liside Torricelli, anziana amica di famiglia, lo chiama al proprio capezzale per rivelargli un segreto. Quando, molti anni or sono lavorava al castello di Trevano, proprietà dei nobili von Derwies, aveva scoperto un fatto inquietante. La giovane Vera von Derwies, morta ufficialmente per una caduta da cavallo, era in realtà stata disarcionata apposta. Liside chiede al delegato di indagare, tanto più che lei possiede una prova del misfatto che affida a Ezechiele. I fatti risalgono al 1881 e non sembra facile per il delegato esaudire l’ultimo desiderio dell’anziana donna. Tanto più che il nuovo anno non comincia bene: uno strano incidente stradale vede la morte della conducente. La donna era ubriaca al volante e si è schiantata contro un muretto. Eppure per Ezechiele c’è qualcosa di stonato e decide di indagare più a fondo. Quello che scoprirà sarà difficile da dimostrare e dovrà andare contro alcuni personaggi influenti della sua città.
Galimberti ci propone un doppio salto nel passato, il primo nel 1932 a cavallo tra le due guerre, subito dopo la grave crisi del ’29. Il secondo addirittura nel 1881 alla ricerca dei colpevoli di una rapina sfociata in un doppio omicidio. Le atmosfere sono descritte con attenzione ai particolari, sia architettonici che storici e ci trasportano nella Lugano di un tempo che attraversiamo assieme al delegato, ammirando le placide acque del lago, percorrendo ora le strade del centro, ora i vicoli mal frequentati.
Il cold case viene brillantemente risolto coinvolgendo il lettore nel lento e preciso riannodare le fila delle diverse indagini. Tutto alla fine torna e non restano ombre o dubbi sull’accaduto.
La narrazione scorre veloce e i contorni dei personaggi appaiono ben delineati e credibili. Ezechiele, con i suoi quarantasei anni, è un uomo maturo, realizzato nel lavoro ma alla ricerca di un qualcosa che ancora manca nel suo privato. L’appuntato Tranquillo Bernasconi è il suo fedele assistente, sempre pronto ad appoggiarlo nelle indagini e a proporre spunti interessanti. Attorno un mondo che non c’è più, quello di fine Ottocento con le sfarzose feste al castello e una società ancora rigidamente divisa tra ricchi e poveri, tra chi vive nel lusso e chi fatica a mettere insieme pranzo e cena. La società degli anni ‘30 già ha connotati diversi eppure la disoccupazione e la miseria incalzano e costringono molti a emigrare dall’Italia in Svizzera o Germania. La difficile situazione è ben inquadrata dallo scarno dialogo tra Bernasconi e Beretta: “Non possiamo fare nulla, negli ultimi anni ne sono arrivati più di duecentomila.” asserisce Tranquillo e gli risponde tristemente Ezechiele: “Qualcosa potremmo fare, Berna. Potremmo aiutarli a non rimanere soli.”
Qualcosa su cui riflettere, allora come oggi.

Cristina Bruno

Potrebbero interessarti anche...