Prima degli anni 80, in Italia, č prematuro parlare di action thriller e le ragioni sono diverse. Oltre alla storica diffidenza degli editori verso il genere “thriller” in generale praticato da autori nostrani, nei romanzi anche anglosassoni o francesi, l’inserimento di sequenze d’azione era abbastanza raro. Anche nell’Hard Boiled o nella Spy-story chi vi faceva ricorso era considerato un autore dozzinale che adottava soluzioni. . . fumettistiche. In seguito l’influenza del cinema- che invece ha portato sempre piů ritmo, violenza e movimento nelle storie a fini spettacolari- ha influenzato la narrativa. Almeno all’estero. In Italia circolano voci di episodi di Segretissimo firmati con pseudonimo da nomi illustri come Laura Grimaldi e, a guardare bene, alcune serie come quella dedicata a Phil Sherman e firmata Don Smith non portano copyright originale ed č impossibile trovare all’estero notizie sull’autore o sulle sue pubblicazioni. Ma restano voci e indizi privi di un riscontro. Di fatto negli anni 70 il thriller e l’horror (ma anche il western) in edizione economica abbondano di ottimi narratori pulp italiani che si sono nascosti dietro pseudonimi stranieri. Ufficialmente su Segretissimo sono Andrea Santini e Remo Guerrini, giornalisti e romanzieri che negli anni guadagneranno una certa fama, a cimentarsi con un genere in cui sesso e azione abbondano. Falco Rubens e Walfrido Pardi di Vignolo, i loro eroi, sono costruiti per battere la strada di SAS Malko Linge, l’unico vero erede di 007 con piů di 170 avventure a suo carico, ma inseriscono elementi nuovi. Posizioni politiche piů vicine alla sinistra e scenari parzialmente italiani, due dei fattori caratterizzanti dell’action writing nostrano degli ultimi anni. In libreria proprio in quegli anni esplode il fenomeno Altieri. Sergio “Alan D. “ Altieri pubblica con Dall’Oglio una serie di monumentali romanzi che, se non hanno nelle trame e nei personaggi, nulla a che spartire con l’Italia, hanno perň un’impronta personale e originalissima, molto differente dai modelli americani. La Los Angeles di Cittŕ oscura e dei romanzi successivi di Altieri č la visione di un italiano affascinato dal cinema e dal mito americano nella sua accezione migliore ma che conserva un punto di vista europeo e molto particolare per di piů. C’č qualcosa di chandleriano nei romanzi di Altieri ma anche molto di fantascientifico, di apocalittico, una visione cupa dei miti cinematografici e letterari degli anni 70. Nasce un genere “catastrofico” dove l’azione si concreta in lunghe sequenze visionarie che ricordano da una parte i film di peckinpah ma anche il “poliziottesco” italiano che aveva portato nelle nostre cittŕ ritmi, sparatorie, scazzottate mutuate da Siegel, da Eastwood ma anche da Spillane. L’ action writing italiano nasce qui, con una fortissima influenza cinematografica ma anche letteraria. L’azione non č solo sparatorie e inseguimenti. Č un continuo cambio di prospettiva, di location, una girandola di avvenimenti che si inanellano con leonino vigore intorno al protagonista che diventa il centro della vicenda. L’azione non č solo il sangue che sprizza al rallentatore, il rombo delle pallottole. L’azione č il motore che tiene sempre il protagonista al centro dell’indagine. Una lezione che, come vedremo in seguito, sarŕ assorbita da tutti i narratori che seguiranno Altieri un decennio dopo.
L’action thriller italiano
Stefano Di Marino