L’animale notturno



Andrea Piva
L’animale notturno
Giunti
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Continuando nelle mie “scoperte” letterarie, mi sono felicemente imbattuto in questi giorni in Andrea Piva, con il suo ultimo romanzo L’animale notturno (Giunti Editore), comparso a gennaio in libreria.
Devo premettere, a onor del vero, che Piva non ha certo bisogno di conferme, ed è sicuramente già noto, in positivo, a moltissimi lettori anche per altre opere meno recenti.
Per me questo romanzo e questo scrittore sono stati, invece, come ho detto, una vera scoperta.
La trama, in breve. Vittorio, sceneggiatore cinematografico di successo e intellettuale a suo modo “contro”, è stato ostracizzato dal giro dopo un violento alterco con il “suo” regista Bonetti, terminato con la rottura del naso di quest’ultimo. In crisi esistenziale ma anche finanziaria, decide di provare a fare il grande salto, affittando a carissimo prezzo un appartamento nel cuore della Roma settecentesca, che prosciugherà le sue ultime risorse ma magari potrà servirgli a entrare in qualche giro di quelli giusti. L’unico incontro di rilievo che farà inizialmente sarà però quello con l’anziano avvocato Testini, meditabondo e un po’ triste senatore a riposo con il vizio delle slot e suo vicino di casa, il quale, inaspettatamente, lo assumerà presto, con uno stipendio da favola, per gestirgli il gioco alla roulette online.
Da qui il passaggio ai tornei online di Texas Holdem, che i due affronteranno con metodo scientifico, grazie agli studi matematici di un ex collega di Testini, sarà breve, e i guadagni cresceranno in proporzione anche per Vittorio, che però verrà a un certo punto allontanato dalla figlia del senatore, la quale lo ritiene solo un approfittatore.
Vittorio, assorbito il colpo, continuerà i tornei da solo, accumulando grossi guadagni senza troppi rischi, fino a quando, preso dal demone del gioco, e scosso anche dalla morte per overdose dell’amico fraterno Gigi, si convincerà ad affrontare un misterioso avversario in un emozionante scontro diretto.
Come andrà la partita, e cosa succederà ancora dopo, al lettore scoprirlo; io, come al solito, ho già forse detto fin troppo.
L’animale notturno, come ha osservato giustamente qualcuno, non è un manuale di gioco, ma è (anche) un libro “sul” gioco, di cui, senza troppi giudizi moralistici, vengono sviscerati in profondità motivazioni, risvolti psicologici, cabale, tic e superstizioni (Piva, per inciso, vanta anche una lunga esperienza in proposito quale giocatore di poker online fra i migliori al mondo).
Ma, soprattutto, questo è un gran bel libro in sé, scritto benissimo con un fraseggio molto particolare, denso e articolato, assoluta padronanza della lingua, personaggi vivi e sfaccettati, studio psicologico profondo e caratterizzazioni assai riuscite.
Poi ancora, è una profonda ma mai pedante riflessione sul ruolo dell’intellettuale e dell’artista nella società moderna, e, per finire, un ritratto a rapide pennellate di una Roma ancora bellissima, nonostante tutto e tutti.
A volte ironico, spesso melanconico, spunto per riflessioni profonde, molto intrigante.
Che dire ancora? Da leggere, prendendosi tutto il tempo necessario per gustarlo appieno!

 

Gian Luca Antonio Lamborizio

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