L’assassino del marais



claude izner
L’assassino del marais
nord
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Victor Legris, il libraio detective di rue Des Saints Pères 18 della Parigi di fine Ottocento, è alle prese con un ennesimo mistero nell’ultimo romanzo di Claude Izner. E’ la primavera del 1892 e Parigi è stravolta dagli attentati degli anarchici, il cui capo Ravachol sarà ghigliottinato nel luglio dello stesso anno. In questo clima, esce il libro di sir Francis Galton sulle impronte digitali, la cui applicazione agli inizi del Novecento rivoluzionerà i metodi d’investigazione poliziesca. Nello stesso periodo, monsieur Bertillon mette alla prova il suo metodo basato sull’antropometria per identificare un assassino. E’ un’atmosfera da fin du siècle: “in quello scorcio di secolo, il quotidiano sfuggiva al controllo, non passava giorno senza che facesse la sua comparsa un’innovazione, senza che una moda o un quartiere sprofondasse nell’oblìo”; nella moda ci si ispira ai modelli russi e si lancia l’uso del corsetto, nella medicina si sperimentano i vaccini contro la tubercolosi, nelle scienze nasce la preistoria scientifica e le nuove scoperte sull’evoluzione della specie umana di Darwin e Haeckel fanno nascere discussioni accese tra scienza e chiesa. Anche Victor, detective per passione, risente del passare del tempo e della fine di un secolo “forse è il senso proprio di ogni vita: i granelli di sabbia si accumulano in fondo alla clessidra e tu affondi nella nostalgia, segno che stai invecchiando”.  Profondi mutamenti riguardano anche la libreria “Elzevir” di rue Des Saints Pères, infatti il nucleo familiare che vive sopra la libreria ha accolto Iris, figlia di Kenji, padre putativo e socio di Victor, il quale, per vivere più intensamente la storia d’amore con la bella pittrice russa Tasha,  si trasferisce con lei nel suo atelier. Un nuovo mistero coinvolge Kenji, vittima del furto di una coppa dal grande valore affettivo, al quale si aggiunge un biglietto lasciato per lui in libreria. Victor comincia ad indagare, “nonostante i saggi propositi di non prestare più fede alle proprie intuizioni” si arrende subito al richiamo del mistero. Per lui “vivere non era abbastanza, benchè la vita fosse in sè un fatto piuttosto enigmatico, bisognava avere il coraggio di avventurarsi in mezzo alle tenebre, procedere a tentoni lungo il tunnel, distinguere all’orizzonte quella debole luce che si sarebbe andata allargando finchè l’ombra non sarebbe stata più che un ricordo accompagnato da un rimpianto”. Stavolta, però, oltre al  fidato commesso Joseph Pignot, promettente scrittore di feuilleton e appassionato di crimini e misteri, partecipa alla soluzione del caso anche lo stesso Kenjii Mori pur non avendo velleità investigative. I tre detectives di rue Des Saints Péres si lanciano alla ricerca della coppa che sembra passare di mano in mano a diversi proprietari e l’istinto di Vìctor gli suggerisce che “quella coppa riservava una sorte funesta a chi aveva la sventura d’incrociarla sulla propria strada”. Al mistero del furto si aggiunge quello di omicidi efferati che si susseguono per le strade della capitale. Un delitto avvenuto in Scozia e le morti a Parigi sembrano avere una mano comune. Del ritrovamento della coppa e degli omicidi si occupano il giovane ispettore Raoul Pèrot, amante della letteratura, ed il suo superiore, il commissario Lecacheur in perenne competizione con Legris.  Ai ragionamenti, alle intuizioni e alle indagini, fa seguito anche l’azione con appostamenti, pedinamenti ed inseguimenti nei quali ci scappano  anche il morto e un ferito, fino alla sorprendente scoperta della verità.
In questo romanzo, Claude Izner fonda indagine poliziesca con un’attenta ricostruzione storica e sociale della Parigi del tempo. La caratterizzazione dei personaggi secondari è molto curata, si riserva loro maggiore spazio nel plot investigativo e si cura psicologia e modus vivendi. Il protagonista da donnaiolo e amante della  fotografia e del rischio, si evolve in uomo maturo e innamorato che soffre per amore e subisce un inatteso distacco; Joseph Pignot diventa più sicuro di sè e non ha timore di esprimere i suoi sentimenti o di ribellarsi contro le discriminazioni sociali; Kenji riflette sul suo passato doloroso che ancora si ripercuote sulle sue scelte; la giovane Iris rappresenta le donne moderne in un’epoca ancora legata a vecchi tabù e pregiudizi, ed infine la bella e coraggiosa Tasha è la donna emancipata e indipendente del secolo nuovo, che precorre i tempi ma che mantiene un forte legame con la famiglia e gli affetti. Insomma la storia di Izner con la sua trama poliziesca, rispecchia il cambiamento della fine dell’ottocento in Francia e non solo, e le mutazioni e gli stravolgimenti che avvengono nelle vite dei suoi personaggi sono lo specchio di quel periodo.   

cristina marra

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