L’attesa – Michael Connelly



Michael Connelly
L’attesa
Piemme
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Come sempre, anche l’ultima opera di Michael Connelly “L’attesa” sarà un meritatissimo successo: la struttura è perfetta; si legge, ma anche si vede, come un film; le tre indagini si incastrano come le tessere di un puzzle; i personaggi sono ben descritti con le loro caratteristiche e con le loro emozioni; la Città degli Angeli fa da sfondo ai movimenti continui della protagonista; la suspense, l’adrenalina e il ritmo veloce non mancano mai. Appassionante!

Harry Bosch protagonista di ventisei romanzi, compare per la prima volta in “The black echo“, 1992, tradotto in italiano da Piemme nel 2001 col titolo “La memoria del topo”: veterano nel Vietnam, poliziotto della Divisione Rapine e Omicidi e punito con il trasferimento alla Omicidi di Hollywood, meno importante, Bosch ha lavorato su diversi casi come detective privato e ora è  in pensione, malato di cancro, ma non gli manca l’energia per collaborare e dare una svolta decisiva a una delle indagini in cui Ballard è coinvolta.

Renée Ballard è la protagonista, come in altri cinque romanzi in cui compare anche il suo mentore: è una poliziotta determinata, coraggiosa e tenace, pronta a usare mezzi non ortodossi per raggiungere i suoi obiettivi, è uno spirito libero che deve lottare contro le regole e contro gli ostacoli che i capi e i magistrati le mettono sulla strada. I demoni del passato e l’oscurità che i tragici casi su cui indaga le riversano nell’anima, si sommano in questo momento alla sparizione di sua madre, con cui non ha più rapporti, nel grande incendio a Maui, nelle Hawaii (2023). Ballard è a capo  dell’Unità casi irrisolti: nell’archivio della polizia di Los Angeles ci sono ben seimila cold case – alcuni di decenni prima – e la squadra riesce a risolverne solo tre al mese, grazie alle tecnologie forensi, genetiche ed informatiche in uso negli anni recenti. Una goccia nel mare che però può dare ai famigliari delle vittime il sollievo di aver trovato giustizia e dona un po’ di pace: lutto e perdita sono tra gli stress più dolorosi che una persona possa subire nella vita.

Attorno agli anni duemila “lo stupratore delle federe” aveva terrorizzato la città, poi aveva smesso dopo l’assassinio di una delle sue vittime. Ora c’è un uomo arrestato per violenza domestica il cui DNA conduce al famigerato stupratore: è suo figlio, data l’età, ma forse è un giudice, presidente dell’Alta Corte di Los Angeles. 

Contemporaneamente, mentre surfava sull’oceano, a Ballard vengono rubati dall’auto il distintivo, la pistola e il badge: per non finire nei guai comincia a indagare per ritrovare gli oggetti, ma il furto rivela un pericoloso caso di terrorismo e lei chiede aiuto a Harry Bosch per non comparire in questa indagine fuori dai suoi limiti.

Maggie Bosch, poliziotta figlia di Harry, intuitiva e caparbia come il padre, è appena entrata come volontaria nell’Unità, avendo scoperto prove su un efferato omicidio irrisolto del 1947, il famoso caso della “Dalia Nera”. Tutta la squadra si getta nell’indagine: le prove denunciano che gli omicidi erano stati otto, non solo uno, tutti compiuti da un serial killer.

Le tracce da seguire sono molte, il puzzle all’inizio sembra impossibile da risolvere, indagare su cold case lontani nel tempo è difficile, ma a poco a poco sfondo e figure emergono: Ballard, con l’aiuto della squadra di volontari, ma soprattutto con il lavoro di Colleen Hatteras, esperta nella ricerca di storie familiari e collegamenti genetici, che pagherà con la vita, le tre indagini vengono portate a termine con successo, anche se rimarrà il dolore per la perdita della collega.

Michael Connelly ha scritto ben trentanove romanzi di grandissimo successo ed è uno dei più famosi scrittori di thriller hard-boiled del mondo: ogni sua opera avvince i lettori fin dalla prima pagina ed è garanzia di una scrittura di altissima qualità. Non a caso Connelly ha venduto 85 milioni di copie dei suoi libri!

Tiziana Viganò

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