Abbiamo avuto il piacere di porre qualche domanda a Angela Marsons, attualmente ai primi posti delle classifiche di vendita con Una morte perfetta
Una morte perfetta sta avendo molto successo fra i lettori italiani. Pensa che una parte di questo successo dipenda dal carattere della protagonista Kim Stone?
Sono davvero elettrizzata dalla risposta dei lettori italiani ai miei libri con Kim Stone. Sono convinta che i lettori abbiano capito che, sebbene Kim possa essere diretta e irritante, è anche una persona appassionata, determinata e che si batte sempre per i meno fortunati. Penso che ci sia un pochino di Kim in ognuno di noi.
Come e quando ha deciso di diventare una scrittrice e perché una scrittrice di thriller?
Ho sempre scritto fin da quando ero ragazzina. Avevo vent’anni quando ho cominciato a inviare i miei romanzi perché venissero pubblicati, ma scrivevo sempre storie che pensavo sarebbero piaciute agli editori, e con personaggi che credevo potessero piacere ai lettori. Ho sempre amato leggere gialli, ma non pensavo di essere in grado di scriverli. Dopo molti, moltissimi anni di rifiuti, ho decido di provare a scrivere un romanzo giallo con il personaggio che avevo in testa da anni. Pensavo che mi sarei bloccata a metà strada, ma la mia penna ha preso vita e, prima che me ne accorgessi, avevo finito l’intero romanzo e il risultato è stato “ Urla nel silenzio “.
I suoi thriller sono ambientati nella Black Country, una parte di Inghilterra che è piuttosto sconosciuta agli italiani. Ha scelto questa ambientazione perché la conosce profondamente o perché pensa che sia la location perfetta per dei romanzi gialli? (e in effetti lo è).
Quando cominciai a scrivere “ Urla nel silenzio “, decisi di ambientare la storia nella Black Country perché è la zona dove vivo, e in questo modo potevo scrivere in modo autentico, catturando il vero sapore del suo passato cupo e industriale. Sentivo anche che questa zona era adatta alla mia protagonista, perché anche lei ha un carattere cupo e umorale. Non penso che sarebbe stato adatto all’indole e alla personalità di Kim Stone farla investigare nei crimini che avvengono in un villaggio pittoresco o nella campagna. Penso che potrebbe andare fuori di testa.
Nei suoi romanzi lei ha spesso sottolineato il ruolo dell’infanzia nella crescita di una persona. Kim Stone rappresenta al meglio quest’idea. Lei pensa veramente che è troppo difficile avere una vita “normale” da adulti se si sono sperimentati solitudine, dolore e disperazione da bambini?
Penso che “normale” sia un ideale difficile da specificare. Sono certa che le nostre esperienze dell’infanzia ci formino e ci modellino, ma credo anche che ci rimanga l’abilità di scegliere noi stessi come vogliamo vivere da adulti. Kim Stone è sicuramente un prodotto delle sue esperienze infantili, ma lei sceglie coscientemente di non aprirsi di nuovo al dolore e alla perdita.
Sul suo blog, ho letto un post che riguardava la sua vita da adolescente a scuola. Posso chiederle quanto c’è della vita e delle esperienze di Angela Marsons nel personaggio di Kim Stone?
Nel personaggio di Kim Stone c’è molto poco della mia vita e delle mie esperienze. Credo che abbia preso da me la franchezza, ma mi piace pensare di avere migliori capacità relazionali rispetto a lei. Sono stata abbastanza fortunata da avere un’infanzia ragionevolmente normale, con entrambi i genitori e fratelli e sorelle. Non avevamo molti risparmi ma molte risate sì. Penso che Kim Stone sia una combinazione della persona che vorrei essere e della persona che vorrei difendesse i miei diritti.
Pensa che i romanzi gialli abbiano o debbano avere un ruolo sociale o politico per la nazione dove vive l’autore? (nel suo caso l’Inghilterra).
Penso che il ruolo primario di un autore di fiction sia intrattenere e attrarre il lettore in un mondo che non sia pieno dei suoi problemi. A ogni modo, mi piace includere in ogni libro un tema che per me è importante, come per esempio il bullismo, la consapevolezza della disabilità, il sessismo. Non penso che gli scrittori di gialli debbano sostenere che il nostro compito sia raccontare una bella storia, ma credo anche che ci siano temi che possono essere sollevati e trattati in modo da dare al lettore l’opportunità di pensarci, ma senza cercare di dirgli cosa deve pensare.
Kim Stone è diventata poco a poco una dei miei detective preferiti e a molte donne piace il suo carattere forte. E’ possibile che Kim finalmente troverà il coraggio di soccombere a una storia d’amore in uno dei suoi prossimi romanzi?
Ci saranno certamente delle attrazioni nelle prossime storie, ma non ho progetti per sistemarla e darle un happy ending, perché non è la voce che sento dentro di me. Capisco che a molti lettori piacerebbe una storia d’amore nelle trame, ma ci sono molti altri lettori che non lo vorrebbero e che preferiscono leggere un giallo senza le complicazioni di “si metteranno insieme oppure no”. Sono contenta che ci siano abbastanza autori di crime fiction che coprono quel mercato, così che per quanto riguarda l’immediato futuro Kim Stone resterà single.
MilanoNera ringrazia Angela Marsons e la Newton Compton per la disponibilità
Qui la nostra recensione a Una morte perfetta