Le sette dinastie – Matteo Strukul



Matteo Strukul,
Le sette dinastie
Newton Compton
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Le sette dinastie. La lotta per il potere nel grande romanzo dell’Italia rinascimentale di Matteo Strukul, Newton Compton.
Torna in libreria Matteo Strukul con il suo Le sette dinastie. Francamente la migliore definizione che si può dare di questa ultima fatica di Matteo Strukul è chiamarla: Il 400 al potere. Sissignori perché il Potere con la P maiuscola domina dalla prima all’ultima pagina imposto con la forza, usato, gestito (ogni tanto ma non troppo) ma e soprattutto maltrattato e calpestato senza pietà dalle famiglie e le dinastie reali che se lo contesero ferocemente per tutto un secolo. Delle sette famiglie, definite dinastie all’inizio, solo gli Aragona videro anche a distanza di secoli i loro eredi sedere orgogliosamente sui troni e mantenere direttamente il potere fino ai nostri giorni (Giovanna la pazza, figlia di Giovanni fratello e successore in Spagna di Alfonso il Magnanimo fu la madre, di Carlo V, l’imperatore che allungò la sua rapace mano sull’Italia conservandola, in buona parte, asservita fino al 1800). Un’efficace carrellata sull’Italia del XV secolo, arricchita dalle sanguinarie descrizioni delle abitudini dei governanti di allora. Sul piatto intrighi, complotti, tradimenti, delitti, barbarie, il tutto mischiato a una ininterrotta e mutevole doppiezza che sfidava a tenzone tutti contro tutti, in un continuo mulinare di scambi di alleanze, favori, ripicche, contrasti ed efferati omicidi. Lo stesso secolo che fu testimone dei più spaventosi affronti all’umana etica contemporaneamente fu nicchia e dorata culla di straordinari e impareggiabili talenti artistici che regalarono alla penisola imperitura memoria di capolavori di meravigliosa beltà, finanziata dai Signori. Ma da Milano, a Venezia, a Firenze, a Roma e Napoli, quei massimi detentori del potere si alternarono dominando, schiacciando i sudditi, costringendoli a battersi sotto la loro bandiera mentre le alleanze, mutevoli come i tempestosi venti di un uragano non facevano che girare. Questa è l’Italia del XV secolo, che si vide anche dilaniata e impoverita dalle continue guerre, affamata dalle carestie e spesso stremata dalle epidemie. Un conglomerato di stati in perenne ebollizione, governati da signori qualche volta previdenti, ma troppo spesso solo schiavi del potere. A Milano, Filippo Maria, lo storpio, l’ultimo dei Visconti, gioca con la vita dei sudditi, alla stregua del più sadico imperatore dei romani. Nel suo contorto fare, solo governato dai capricciosi responsi forniti dagli astri, cerca di dare un futuro al ducato promettendo la mano della figlia settenne Biancamaria al trentenne condottiero Francesco Sforza. Il Carmagnola, da lui bandito e ripudiato dopo che l’ha messo con successo sul trono ducale, è passato al soldo di Venezia e, nominato capitano generale, lo incalza. Bisogna fermarlo a ogni costo, raccomandarsi al vecchio amico, pregarlo o meglio pagarlo. Ma la Serenissima, smascherato il tradimento, non solo farà giustiziare il suo capitano ma, peggio, riuscirà a mettere in tavola un asso e innalzare sul soglio papale un veneziano, un Condulmerl con il nome di Eugenio IV. Ma Filippo Maria non si lascia fare e non demorde. Si allea a Roma con i Colonna di Genazzano che vogliono fare la pelle al nuovo pontefice veneziano. Solo l’aiuto e i fiorini d’oro di Cosimo de’ Medici, esule ma ospite protetto della Serenissima, sapranno trovare il modo di farlo sfuggire alla morte, prima di ritrovare con onore la strada di Firenze… Ci sara il contrastato e controverso Concilio di Basilea… Ma, nel frattempo a sud della penisola la contestata successione della vecchia regina Giovanna di Napoli ha scatenato la guerra tra Alfonso V d’Aragona detto il Magnanimo e Renato d’Angiò. Il futuro della penisola sembra sempre più in preda all’incertezza… La riconquista di Milano, autonominatasi repubblica alla morte di Filippo Maria Visconti, metterà sul trono ducale suo genero Francesco Sforza… Dopo l’insuccesso finale della sua crociata contro gli infedeli, Eugenio IV si spegnerà nel 1447 e salirà al soglio Niccolo V, uomo retto e pupillo del cardinale Albergati, da cui prende il nome. Un papato che vedrà i tanti successi diplomatici presso la corte imperiale di Enea Silvio Piccolomini. Ma un papato che vedrà anche la drammatica conquista turca di Costantinopoli con l’indiscriminato sterminio dei cristiani. Alla sua morte il cambio della guardia con l’ascesa al soglio di Callisto III. Al via la stagione dei Borgia. Gli spagnoli arrivano a Roma e cominciano a fare da padroni… Muore Alfonso V. L’eredità di Ferrante, suo figlio legittimato e da lui nominato erede di Napoli (dopo aver lasciato per testamento l’Aragona al fratello Giovanni) è contestata dagli Angiò… Francesco Sforza muore e gli succede lo sfrenato e incontrollabile figlio maggiore Galeazzo Maria… A Firenze, dopo la morte di Cosimo nel 1464, sta andando avanti la difficile successione del figlio Piero insidiato dai nemici interni ed esterni… Storia vera a fare da cornice a una polposa parte di pura fiction. Donne coraggiose pronte a tutto, meravigliose amanti ma anche donne forti, guerriere dure come l’acciaio. Matteo Strukul ricostruisce generosamente manie, odi, amori, gelosie, affetti, devozioni, vitali legami di dovere. I personaggi numerosissimi costellano le pagine con le loro piccole e grandi vicende personali. Un ventaglio di comprimari inventati rende più corposa la trama e la movimenta senza risparmiarsi. Tanti minuziosi particolari forse in grado di spiegare al lettore che non era così comodo e facile vivere in quei tempi di gloria ma anche e soprattutto di terrore per chi non aveva mai voce in capitolo. La storia non è fatta da persone con gli stomaci deboli e non è per stomaci deboli. Ma ricordate sempre: questa, in gran parte, è proprio la vera storia.

Patrizia Debicke

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