Le streghe non dormono – Alice Bassoli



Alice Bassoli
Le streghe non dormono
Corbaccio
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Il tanfo di miseria trasuda dal fango, coperto solo a tratti dal profumo di erba bagnata e muschio selvatico. L’umidità scrosta i muri delle casupole di Fossanera, nella bassa Padana, dove il Po scorre placido ad abbeverare le piccole storie di paese, impregnandole di nebbia e di mal di vivere. 

Una di queste storie si nutre di maldicenze e pregiudizi concimati dall’ignoranza popolare che, come un’erbaccia dura a morire, infestano la già putrida reputazione di una famiglia nell’occhio del ciclone. Il dito è puntato contro Luigi Morosini, da tutti trattato alla stregua di un orco: sempre troppo ubriaco e rissoso per poter fronteggiare con lucidità le serpeggianti accuse che in lui vedono il capro espiatorio di ogni fattaccio locale.

La condizione di putridume in cui vive maltrattando i figli, a cui lancia cibo per cani infarcito di maledizioni, lo abbassano allo stato reietto, sorte condivisa dalla moglie Elvira, che vive di espedienti leggendo Tarocchi e disseminando bamboline di pezza tra i rovi dei vicini di casa. Le sue doti di sensitiva la rendono temibile alla maggior parte del paese, che tuttavia non rinuncia al suo intervento di comprovata fattucchiera.

È proprio nel granaio dei Morosini che un gruppo di tre ragazzi, Paolo, Filippo e Alessandro decidono di nascondersi con le loro biciclette per uno scherzo, portandosi appresso Maddalena, la sorellina affetta da un handicap mentale di Filippo, che diventerà testimone allucinata di un episodio tragico.

A nascondino avvenuto, qualcosa va storto e a un tratto il piccolo Paolo sarà ritrovato agonizzante a causa di un enorme sasso gettatogli sul cranio. Mentre Maddalena è convinta che sia stata la strega nera dagli occhi di brace, il capro espiatorio è presto trovato a furor di popolo: ancor prima che gli indizi siano trovati, Luigi Morosini viene additato come il sicuro responsabile.

Inizia così l’inchiesta di Pietro Incantevole , giornalista di nera per la rubrica “La falena bianca” sulla rivista “Emilia Pop”, che a caccia di possibili verità alternative si imbatte in un groviglio di storie collaterali da cui è difficile districarsi, tutte in qualche modo convergenti con un membro della famiglia Morosini: storie di corna e amanti, di rancori pregressi mai estinti, di vendette, di invidie e reciproche, micragnose ripicche che l’amaro vivere di un paese ha sedimentato negli anni, innaffiandole col fiele.

“Le streghe non dormono” è un noir sui generis dal sapore unico. Uno stile vivido affresca nei dettagli la pidocchiosa morbosità di un mondo disperato che l’autrice tratteggia con ironia e umana commiserazione. Un mondo dove non c’è redenzione per quella che Elena Ferrante ne “L’amica geniale” ha chiamato “plebe”. Perché più forte dell’ignoranza becera, c’è il collettivo pregiudizio della gente, duro a morire, e la maldicenza più tagliente avvezza a colpire nelle ferite mai rimarginate di drammi generazionali.

I personaggi di Alice Bassoli ti entrano subito sotto pelle a corroderti l’animo: dalla piccola Maddalena che disegna streghe nero pece, quelle che veramente le sussurrano nelle orecchie allampanate, a Eva, l’assistente sociale in cerca di un giovane amore, fino alla figlia sgraziata eppure magnetica del presunto assassino. Ricordando in qualche modo Italia, la protagonista del capolavoro della Mazzantini che ha valso l’Oscar al film di Castellitto, Clara si trascina per i vicoli di Fossanera come una cagna rabbiosa che cerca vendetta, in una zona limacciosa dove l’attacco è la miglior difesa e la legge del branco non perdona.

Un romanzo da leggere trattenendo il fiato con la sensazione che le streghe, veramente, si siano acquattate tra le pagine per tormentare le nostre irrequietudini.

Meraviglioso.

Silvia Alonso

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