Roberto Bratti
Il mistero del Mister
Piemme
Roberto Bratti ha scritto un giallo a “struttura chiusa”, anche se si svolge negli spazi aperti dei campi di calcio e delle vie piazze bar della città, come in certi romanzi di Agatha Christie (vedi Dieci piccoli indiani), di cui il tredicenne protagonista Paolo è appassionato lettore, e tuttavia il responsabile o i responsabili dei misfatti vanno ricercati tra gli spogliatoi e le due porte. Ma questo il nostro giovane detective che sogna di esser Poirot lo scoprirà alla fine. Intanto gioca nelle giovanili del Vomero United con gli amici del cuore e la bella e brava Vale, di cui è innamorato non dichiarato e geloso perché lei fila con Adriano, alto bello biondo, un vero figo.
Quando il Mister, allenatore competente, professionale, severo ma sempre disponibile ad aiutare chi ha bisogno di sostegno, muore in circostanze poco chiare, precipitato da un cavalcavia con modalità che fanno pensare al suicidio anche se mancano tutti i presupposti, Paolo non è pienamente convinto e inizia a indagare con gli amici della squadra. Perché lo avrebbe fatto? Non esistono moventi passionali o economici o di salute: il Mister sembrava in ottima forma psicologica, emotiva e fisica. Il suo cellulare è scomparso. In realtà il Mister ha un’ombra nel passato. Squalificato per corruzione e calcioscommesse è stato poi assolto, ma la sua carriera di giocatore si è conclusa lì.
Sulla scena si muovono la moglie e il presidente che si scambiano un invito per un aperitivo al “solito bar: hanno una relazione segreta?; sullo smartphone del presidente, astutamente occhieggiato da Paolo, risulta una conversazione WhatsApp con il Mister e successivo appuntamento alle 23 prima della morte; un ex compagno del Mister nella partita incriminata, ora allenatore, aveva parlato con lui durante una partita dei ragazzi, ma interrogato era stato sfuggente e bugiardo; il suo attuale presidente, un traffichino per non dire mascalzone, è lo stesso di allora. Adesso le celluline grigie dell’aspirante Poirot possono mettere al loro posto tutti pezzi del puzzle. L’assassino non è il maggiordomo, ma…
Da 11 anni