Vernante Pallotti
Lidia Poët e il segreto del collegio
Piemme
È una storia molto complicata, anche da riassumere, che presenta elementi marcati del mistery, ma in realtà è un giallo in piena regola, con un sottofondo socio-culturale ben riconoscibile dell’epoca, il 1870, quando alle donne, tra le altre cose, era interdetta anche la professione di avvocato. Ma Lidia Poët, di famiglia borghese piemontese valdese, realmente esistita (in fondo al libro c’è una breve biografia essenziale, più completa su internet), decide di fare l’avvocata, si laurea a Torino e si iscrive all’albo, prima donna avvocata d’Italia, con grande scandalo, tanto da esserne radiata subito dopo; ma continua a difendere i diritti delle donne e dei più deboli come assistente legale, ottenendo infine la re-iscrizione a 65 anni. Una vera eroina delle libertà delle donne e, più in generale, della “razza” umana.
Vernante Pallotti usa il grimaldello narrativo per immaginare di usare i diari della giovane Lidia per descriverne l’avventurosa adolescenza nel Collegio per le buone maniere di Bonneville in Svizzera, dove le ragazze si preparano al loro destino di cucire-cucinare-procreare, dopo che la diciassettenne ribelle aveva manifestato l’insana determinazione di fare l’avvocata. Presto viene trovata in giardino una fossa che ospita uno scheletro e di notte un fantasma si aggira in corridoi, saloni e camere terrorizzando allieve e istitutrici, mentre il losco direttore trama per trasformare il collegio femminile in maschile, affare ben più remunerativo.
Per avvicinarsi alla soluzione del mistero Lidia entra dal camino nel terzo piano, murato e popolato da migliaia di pipistrelli, con l’aiuto del pipistrello Voltaire che si annida tra i suoi capelli e poi dell’amico Edmond a cui scrive lettere e che compare in scena con un intervento determinante. Per raggiungerla, la soluzione, bisogna però fare prima un salto indietro, al 1854, scartabellando vecchi registri alla ricerca del segreto che ha messo in moto un meccanismo mortale: una maternità insanguinata, un’adozione riparatrice, una spaventosa vendetta. Lidia così fa le prime prove di avvocata in veste di detective: l’obiettivo è sempre lo stesso, la verità.
Da 11 anni