Libri per ragazzi: L’occhio di vetro – Cornell Woolrich

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L’occhio di vetro
Orecchio Acerbo

È senz’altro una (piacevole) sorpresa la pubblicazione di un racconto del padre del noir più nero, disperato e disperante da parte di un editore specializzato in albi illustrati per la prima infanzia di grande creatività e raffinatezza artistica il cui nome, Orecchio acerbo, deriva da una espressione di Gianni Rodari che meglio sintetizza la poetica del grande scrittore per bambini. Qui, però, tira un’altra aria: quella dell’indagine poliziesca e del thriller che si apre al sorriso di un dodicenne che vuole riabilitare il padre poliziotto, che rischia di essere tagliato dal corpo come un ramo secco, trovandogli un bel caso di omicidio da risolvere. E proprio il caso, nel corso di un baratto con un compagno di giochi, gli mette in mano un occhio di vetro – metafora del “private eye” – da cui partire per la caccia. Anche se i “genitori sono una terribile seccatura quando si sta lavorando a un caso…un investigatore non dovrebbe essere costretto a correre a casa per la cena nel bel mezzo di qualcosa di importante”. Quel piccolo indizio iniziale lo conduce un passo dopo l’altro a un pedinamento, a un’intrusione (illegale) in una vecchia casa apparentemente abbandonata, alla scoperta di un cadavere, all’incontro e allo scontro con l’assassino armato di revolver e inevitabile sparatoria. Ma Frankie non si dà per vinto, perché suo padre è “il miglior maledetto poliziotto dell’intera città”, come grida in faccia al killer. Ed è proprio vero.
Purtroppo la forma del racconto breve è trascurata dall’editoria italiana per ragazzi, malgrado sia un’ottima scelta per avvicinare alla lettura i giovani renitenti. La collana “pulci nell’orecchio” intende battere questa strada attraverso piccoli capolavori di grandi autori classici – come D. H. Lawrence, Saroyan, Cechov, Kipling ecc. – in cui i bambini affrontano il mondo spesso assurdo e incomprensibile dei grandi. In simbiosi con un grande illustratore, Fabian Negrin, argentino felicemente trapiantato in Italia, maestro nel far dialogare immagini e testo.
Da 10 anni

Fernando Rotondo

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