Libri per ragazzi: Paris Noir. L’uomo senza testa – P D. Baccalario – G. Sgardoli


P D. Baccalario – G. Sgardoli
Paris Noir. L’uomo senza testa
Le indagini dei giovani artisti
Piemme

I tre giovani artisti impressionisti Claude Monet, Pierre Renoir e Berthe Morisot, dopo aver risolto brillantemente il caso dell’avvelenamento del loro maestro Arnaud, in realtà con l’aiuto di monsieur Dupin, triste e depresso per il pensionamento ma che prova ancora qualche guizzo di vita quando i suoi giovani amici si rivolgono a lui per avere consigli (e anche qualcosa in più) nelle indagini. Stavolta si trovano ad assistere di persona allo spettacolo di un cadavere senza testa che galleggia nella Senna. Impossibile sapere chi è. I tre non dimenticano le lezioni di Dupin: dubitare di tutto, porsi domande, cercare spiegazioni alternative e plausibili. Fino al rasoio del filosofo Occam: a parità di condizioni la spiegazione più semplice è la preferibile.

In una Parigi scossa dalle rivolte e manifestazioni popolari contro Napoleone III, a cui non è insensibile Berthe per solidarietà sociale e slanci protofemministi (nella buona società borghese non sono viste di buon occhio le donne che si danno all’arte o ad altre attività invece di pensare sposarsi e sfornare figli), i tre si gettano a testa bassa nell’indagine, nella osservazione e raccolta di indizi. Il corpo identificato col suo nome, un collezionista d’arte, ha le mani callose di un operaio e non fini come quelle di un borghese, ha un tatuaggio sul polpaccio come si usa in galera e nei bassifondi e non nel mondo dell’arte, è mancino come non era la vittima dell’omicidio. Per seguire le tracce individuate i nostri si introducono di notte nell’obitorio La Morgue, nei quartieri malfamati di Montmartre, in un circo dove il forzuto Ursus ricorda l’Orang Utang dei Delitti della Rue Morgue, addirittura in un carcere femminile (i due maschietti con parrucca, gonna e scialle). Raccolgono informazioni, collegano gli indizi. 

Quando il quadro sembra completo compare il fantasma di chi ha architettato un diabolico piano. I tre giovani artisti potranno festeggiare il successo con il loro mentore Dupin (che naturalmente aveva avvisato la Gendarmerie), che però riceve un biglietto che lo turba profondamente: “Henri Le Renneet, il mio caro amico…scomparso due anni fa. È vivo!”. Prepariamoci alla terza indagine.
Da 11 anni

  

Fernando Rotondo

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