Roccamena 1897. In un paesino vicino a Palermo vive Catena Dolce, una ragazzina di quindici anni cresciuta insieme alle sorelle circondata dall’amore del padre Giovanni. E’ stato proprio il padre, infatti, a insegnarle a leggere e a scrivere e a rivelarle tutti i segreti che nascondono le erbe, le stelle e la natura intorno a lei.
La vita scorre felice e serena, fino a quando un giorno il padre muore. Per Catena è un dolore enorme, alimentato anche dal fatto che lo zio prende il posto del padre, anche nel letto della madre, e sia lui che la madre la odiano.
Ogni volta che Catena prova a chiedere alla madre se le voglia bene almeno un pochino, lei risponde che sarebbe dovuta morire insieme al padre perché, come il padre, è il male in persona.
Un giorno poi la vita di Catena arriva a toccare proprio il fondo: lo zio, infatti, prende l’abitudine di andarla a trovare tutti i pomeriggi nel granaio, abusando di lei
Arrivata al limite della sopportazione, non tollerando più le botte e gli abusi, Catena decide di uccidere la madre e lo zio e di scappare.
Passa quasi due anni tra i boschi, a curare la gente e a sentirsi chiamare strega, fino a quando viene arrestata e separata dal figlio.
Catena si lascia andare e spera che il tempo in prigione le porterà la dolce morte che ha sempre sperato, ma purtroppo il destino ha altri progetti per lei, e per niente rosei.
Un romanzo profondo che tratta un argomento pesante, e purtroppo sempre attuale, le violenze domestiche.
La trama è sviluppata con continui salti temporali. I capitoli si alternano tra il racconto dell’inizio della storia e il periodo in cui lei è già in prigione, portando il lettore a vivere in contemporanea entrambi gli stati d’animo di Catena, stati d’animo che andando avanti con la lettura non sono poi così diversi tra loro, come se i due piani temporali fossero alla fine lo stesso.
Il linguaggio usato è semplice, nonostante la scelta di un linguaggio un po’ desueto che trasmette al lettore la sensazione di viaggiare indietro nel tempo e di ritrovarsi proprio alla fine del 1800.Vi sono anche parti in dialetto siciliano, che sono comunque facilmente comprensibili
Gli ambienti e i personaggi sono descritti minuziosamente e rispettano il periodo storico, dimostrando un ottimo lavoro di ricerca da parte dell’autrice.
La parte più bella e profonda del romanzo è la parte sentimentale e psicologica. Infatti la voce narrante scelta dalla Scotti è quella della protagonista, e usando una narrazione in prima persona riesce a far raccontare da Catena tutti i suoi sentimenti, i suoi pensieri e i suoi dolori, trasmettendoli direttamente al cuore del lettore che si ritroverà a viverli in prima persona, legandosi ancora di più alla protagonista e seguendo ancora più attentamente la sua storia.
Storia che sa davvero commuovere anche per il risalto che viene dato al rapporto tra padre e figlia, un rapporto che non può avere uguali e che non può mai smettere di esistere, perfino dopo la morte.
Altro aspetto importante del romanzo è il risalto che viene dato al valore dei libri e della lettura . Catena infatti riuscirà a superare le avversità della vita e a gestire il dolore della perdita del padre proprio grazie ai libri ereditati da lui.
Un romanzo nato da un fatto reale, la perdita del padre da parte dell’autrice, e che sa creare un’unione con il lettore colmandolo di sensazioni e sentimenti che alla fine della lettura lo fanno sentire più ricco.