L’innocenza dell’iguana. Enrico Radeschi, undicesima puntata. Ad un soffio, un anno dai, dal ventennale dalla nascita del fortunato protagonista della serie edita da Marsilio con la firma di Paolo Roversi, il giornalista hacker milanese d’adozione ma mantovano di origine si trova alle prese due vicende che si ha l’impressione possano segnare profondamente la sua vita, forse ancora più che in passato.
Da un lato un agguato all’esterno di una stazione radiofonica in cui viene ucciso un imprenditore e ferito un noto dj, dall’altro una caccia all’uomo che vedrà Radeschi affiancare il suo storico amico il Danese in giro per il nord Italia insieme alla sua giovanissima assistenze Liz per trovare la chiave di volta al mistero che da sempre caratterizza la quotidianità del danese. In mezzo a tutto questo la Questura milanese con il fidato Loris Sebastiano che lo sente e lo vede sempre più distante e l’ex “fiamma” Carla Rivolta progressivamente sempre più vicina proprio all’affascinante vicequestore.
Un passo alla volta, Radeschi macinerà chilometri in pericoloso equilibrio tra il sostenere la giustizia (quella incarnata dalla Questura, appunto) e l’affiancare il Danese (a caccia di una giustizia che risponde ad un codice del tutto particolare).
Chiaramente nell’inconfondibile stile di Roversi i protagonisti riusciranno ad ottenere i propri risultati anche se questa volta la sensazione è che per Radeschi nulla possa essere più come prima: quell’ecosistema che si era faticosamente costruito a Milano da esule uno dopo l’altro perde i pezzi. La Bassa Padana non viene mai menzionata come se i ponti con il passato fossero caduti definitivamente, anche il sottobosco che anima il suo ritrovo abituale, il Birrificio di Lambrate, sembra mutato di pari passo con il passare degli anni. Anche il suo amico di sempre Fuster, dal suo buen ritiro Toscano, si limita a poche e coincise comunicazioni. Rimangono i “puntelli” in divisa: ma Loris Sebastiani sembra preferire la compagnia dell’agente Carla Rivolta rispetto alle cene con l’amico storico.
In un puzzle che per il futuro avrà chiavi di decifrazioni decisamente complesse, Radeschi si ritrova con Liz, un hacker più brava di lui che utilizza app e droni non mancando in alcuni frangenti di farlo sentire non proprio al passo con i tempi. A tutto questo dovrà aggiungere la partenza del Danese, suo compagno di avventure dai tempi della sua grande fuga e ora deciso a recuperare il tempo perduto e provare a mettere ordine nella sua vita.
In eredità, l’amico gli lascia cinque regole (di un malavitoso, sia chiaro) per cavarsela in ogni situazioni. Potrebbe non sembrare molto, ma c’è da scommettere che per il ventennale di Radeschi (2026) qualcuna di queste torneranno sicuramente al giornalista hacker.
Una storia che non manca di tenere il lettore concentrato sulle pagine per vedere come va a finire: per capire come dietro ad un omicidio generato da invidia e arrivismo si possa nascondere anche tanto altro. Per vedere come la squadra MilanoNera, che una volta aveva in Radeschi un unico protagonista, ora si ritrovi a muoversi di equilibri profondamente differenti.