Lisa Regan – Per te



Lisa Regan
Lisa Regan
Hope
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Kassidy Bishop è un’analista comportamentale del FBI. Interviene sulla scena del delitto efferato di una donna. Nessun movente, nessun indizio, solo un biglietto: “Per te”. Mentre tenta di stilare il profilo psicologico dell’assassino, viene chiamata su un’altra scena del crimine, stavolta di un uomo, ancora nessuna spiegazione plausibile, non ha legami con la precedente vittima, se non la firma “Per te”. Mentre Kassidy cerca di scoprire le intenzioni del killer, gli omicidi si susseguono, sempre più ravvicinati e più cruenti, con la solita firma. Inizia a prendere forma un qualche tipo di collegamento, che vede proprio Kassidy al centro del cerchio, che si restringe sempre più, arrivando a toccare le persone a lei più vicine. Il personaggio di Kass è al tempo stesso forte e fragile. Nei tantissimi flashback presenti nel romanzo, scopriamo il suo passato, la morte per lei inspiegabile della sorella gemella, poi archiviata come suicidio ed un’esperienza traumatica che segnerà per sempre la sua vita: venne infatti rapita, torturata e quasi uccisa da uno stupratore seriale a cui stava dando la caccia. Esce da questa esperienza con le ossa rotte, letteralmente, tanto da doversi sottoporre a  una ricostruzione facciale e con un trauma cranico che le provoca vuoti di memoria. A distanza di anni non è ancora in grado di ricostruire totalmente cosa successe durante il suo sequestro. Questo però non scalfisce la sua professionalità:  si butta nel lavoro anima e corpo per riuscire a tracciare i profili psicologici degli assassini in cui si imbatte. Fino al killer “Per te”, che sembra straordinariamente vicino e che sta disegnando una mappa attraverso varie cittadine dell’America, prendendo di mira persone che apparentemente non hanno nessun legame tra loro. Mappa che Kass segue a caccia di indizi, ma che noi lettori vediamo disegnare lentamente, perché Lisa Regan fa parlare il suo assassino, alternando per tutto il romanzo la voce in prima persona della protagonista e i pensieri in terza persona del Killer. Come per Kass, anche per lui sono presenti numerosi flashback, sulla sua infanzia travagliata e su episodi violenti che hanno condizionato la sua vita da adulto. Il continuo alternarsi dei due punti di vista rende il romanzo veloce, con capitoli sempre più brevi, con punti di contatto tra i due protagonisti fin dall’infanzia, alimentando la suspence, rendendo tridimensionali i personaggi, dettagliati in modo magistrale dal punto di vista psicologico, rendendo impossibile interrompere la lettura fino alla conclusione, non del tutto scontata,  che si chiude con l’ennesimo colpo di scena. Quanto amore ci vuole, per uccidere per te…

Lucia Cristiano

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