Maria Letizia Grossi – L’ordine imperfetto – La prima indagine della commissaria Bardi



Maria Letizia Grossi
Maria Letizia Grossi
Giunti
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Un omicidio di uno di quelli uomini al di sopra di ogni sospetto presto si rivela nelle mille sfaccettature grigie che un’esistenza impeccabile nasconde. Alfonso Nassi è in realtà un individuo subdolo e violento, lo scopriamo subito questo suo lato. La moglie ha abbandonato il tetto coniugale con una gamba rotta e si è rifugiata con la figlia a casa di due vecchi amici. Qui tra Tea, Stefano e Giorgio si cerca un equilibrio.
Quel trio era stato così unito e felice ai tempi dell’università, ma poi qualcosa aveva spezzato quell’armonia. Tea è una donna fragile, ha una figlia adolescente che le ricorda ogni sua debolezza tutti i giorni. L’uccisione del marito potrebbe averla liberata da un’esistenza piena di paura. Un movente?
Nassi però era un imprenditore con un’attività fiorente, quali nemici può essersi fatto con i suoi giochi di potere? E poi Stefano e Giorgio fino a dove possono essersi spinti per proteggere Tea, fino a che punto potevano odiare Alfonso per averla portata così lontano da loro.
L’ordine imperfetto. La prima indagine della commissaria Bardi di Maria Letizia Grossi (ed. Giunti) ci racconta questo intreccio tra i tre ex universitari ormai cresciuti, un matrimonio fallito, una vita da ricostruire dopo una tragedia. La commissaria Valeria Bardi è un personaggio interessante, complessa. Anche lei è una donna che ha alle spalle una relazione finita, un rapporto complesso con la figlia e nessuna voglia di rimettersi in gioco sentimentalmente. Valeria mostra umanità, competenza e un pizzico di quel sesto senso femminile.
Il romanzo è ambientato tra Firenze e Rignano, tra cantieri, questura e night club. Si susseguono nuovi dettagli che ci svelano a poco a poco diversi lati della città, dei personaggi e dei collegamenti che ci sono tra di loro.
È un racconto giallo molto equilibrato, ben costruito e che si fa leggere con la curiosità di capire chi possa arrivare a togliere la vita, anche se ad un essere come il deprecabile Alfonso. Manca un po’ quel tocco più oscuro, quella crudezza realistica da noir vero e proprio.

Eleonora Aragona

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