Luigi Romolo Carrino in pillole

Quello di Luigi Romolo Carrino è stato un esordio fulminante: di Acqua storta (ed. Meridiano Zero) si è parlato e scritto (giustamente) molto e molto bene. È un romanzo breve caratterizzato da una scrittura asciutta e consapevole, senza nemmeno il più piccolo cedimento alla facile caratterizzazione grottesca o l’altrettanto facile paratassi isterica; una scrittura che ricorda, non solo e non tanto per ambientazione e argomenti, il Pericle il Nero di Ferrandino.

Luigi Romolo Carrino è nato a Napoli ma vive da circa dieci anni a Roma. Ecco la sua intervista in pillole.

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere.
Mettendo da parte il solito Proust (irraggiungibile), mi mangio le mani quando leggo Trilogia della città di K., della Kristof. Quasi tutti i componimenti di un mio libro di poesie, Il Settimo Senso, del ’97. Troppo complicate, matematiche, filosofiche.

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, e perché?
No, di genere no. Scrivo poesie, per il teatro, narrativa. Sto lavorando, ad esempio, a una favola nera alla Tim Burton, un pippone a metà strada tra il romanzo storico, esoterico, il fantasy e il romanzo d’appendice, ambientato al Cimitero delle Fontanelle di Napoli, e che ha per protagonista un bambino in qualche modo legato a… Masaniello. Che Dio mi perdoni… Probabilmente non lo finirò mai (e, nell’eventualità, nessun pazzo me lo pubblicherà mai!).

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.
La Storia, di Elsa Morante.
Exit Music (for a film), dei Radiohead
The miracle worker (Anna dei Miracoli) di Gibson, la versione diretta da Arthur Penn, con la Bancroft.

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Scrittura creativa? Se ti chiami Camilleri, Faletti, Saviano, Tamaro… beh, forse sì (ma quanti ce ne sono?).

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?
Contrario per quanto riguarda il loro fine, ossia ‘insegnare’. Favorevole per la visibilità che offrono. Gli insegnanti lo notano un talento, quando c’è, e possono essere un modo per far conoscere le proprie capacità.

Vivi da molti anni a Roma ma il tuo romanzo ha solidissime radici partenopee: Napoli salta fuori dalle pagine con i suoi rumori e i suoi umori. Quanto (e come) sei legato alla tua città di origine?
Io ci sto spesso a Napoli. Almeno un paio di volte al mese. E non per la famiglia, mi manca tanto Napoli come geografia e no, non mi manca. Non so se riesco a spiegarmi. Acqua Storta sentiva il bisogno di essere raccontata. L’ho fatto.

Il tuo romanzo d’esordio è un noir, in un’accezione piuttosto ampia del termine. Hai già un’idea per il prossimo (o magari qualcosa più di un’idea) e continuerai su questa linea o cambierai completamente genere?
Il prossimo libro esce a settembre: si intitola Amore di Donna, sempre per i tipi di Meridiano Zero. E non è un noir. È la storia di una persona che scrive lettere da un ospedale psichiatrico giudiziario, ed è in questo OPG reclusa per aver commesso un crimine all’età di 16 anni. Come Acqua Storta, ha una matrice autobiografica ma i fatti sono completamente stravolti, trasformati, masticati, risputati, per cercare di farli diventare qualcosa di più generale e non solo ‘i fatti miei’.

Dai ringraziamenti alla fine del tuo romanzo si capisce che sei stato preso di sorpresa (felicemente, s’immagina!) dalla pubblicazione del libro. Ti va di raccontare come ci sei arrivato e magari qual è stata la tua prima reazione alla notizia che il manoscritto era stato accettato?
Ma sai, io sono arrivato a Meridiano Zero con un romanzo dal titolo Esercizi sulla Madre. Un paio di mesi prima dell’uscita di questo romanzo, ho fatto leggere al mio editore Acqua Storta. Una cifra e un argomento completamente diversi rispetto a quanto lui aveva già letto (ha letto anche Sei stata tu; praticamente ha letto tutto quello che ho scritto come romanzi): credo sia rimasto sorpreso dalla mia versatilità, dall’uso dei registri completamente diversi. Mi ha permesso di scegliere con quale romanzo esordire. Io ero un po’ titubante, ma poi alla fine ho scelto Acqua Storta e credo sia stata la scelta migliore. E in tutto questo, il povero Esercizi sulla madre dovrà, tra l’altro, aspettare ancora un po’ per vedere la luce.

Ugo Mazzotta

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