Dmitrij Miropol’skij – L’ultimo inverno di Rasputin



Dmitrij Miropol’skij
Dmitrij Miropol’skij
Fazi
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Un romanzo storico le cui vicende coprono un arco di tempo significativo per la Russia. Il libro si divide in tre parti che delineano il periodo precedente alla prima guerra mondiale, il conflitto e poi un salto di 90 anni con un approfondimento su tutti personaggi delineati.
Nelle piazze di Pietroburgo si aggirano Maiakovskij a Burljuk che assieme a letterati famosi come Anna Achmatova frequentano circoli letterari. Nei salotti aristocratici della città Granduchi conversano con un tale Griska Rasputin. Lo scrittore ci parla di questo rozzo monaco siberiano, dal villaggio natio alla capitale dove poi nel 1917 vi saranno insurrezioni e la rivoluzione di Ottobre. Lo zar Nicola II viene ritratto unicamente nella sua vita privata. Emerge la figura di un sovrano distante dalla realtà e dalla sensibilità del suo popolo, che non comprende la rapidità dei cambiamenti sociali. Gioisce per la guarigione di un figlio pensando di doverlo festeggiare in pubblico senza accorgersi della catastrofe provocata dalla guerra e da tanta gente ridotta allo stremo delle loro forze. Rasputin viene descritto come un monaco semplice che però ha un grande ascendente a Corte e influenza scelte e decisioni. Alla fine seguendo dispiegarsi dei vari avvenimenti ci si chiederà se sia un santo o un diavolo.
Miropol’skij ci consegna un romanzo asciutto e snello ma estremamente bello nel delineare scene storicamente significative. L’autore fa interagire i vari personaggi usando la sua creatività artistica con lo scopo di avvicinare persone altrimenti a stento conosciute. Fornisce uno scorcio delle esistenze personali, umanizzando personalità storicamente note in mortali figure; d’altronde la stessa guerra mondiale risulta talmente lontana alle generazioni viventi da essersi perso il senso. Un libro insomma bello ma impegnativo.

Roberto Estavio

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