Maurizio de Giovanni risponde ai blogger e si racconta.

Incontro dei bookblogger con Maurizio de Giovanni 
Una lunga e interessantissima conversazione online che undici bookblogger hanno avuto con uno degli scrittori più amati d’Italia 

Camminare per una città con la mente aperta e ricettiva, sgombra da pregiudizi e stereotipi, occhi orecchie naso e cuore, tutti i sensi ben allerta: ecco un segreto delle storie di Maurizio de Giovanni, che ritrae con maestria una Napoli viva, antica e moderna, nelle sue contraddizioni e nei contrasti tra ciò che è splendido, bello e orribile, ricchissimo, povero e miserabile, tra allegria, musica, colore e disperazione.
I suoi libri esprimono passione per questa città, non l’amore cieco che non ne vede i difetti, ma un coinvolgimento totale, che accetta tutto: da questa attitudine deriva una narrativa fatta con il cuore, la mente, con tutti i sentimenti, e un’inesauribile sorgente di storie da raccontare.
Del resto lui scrive sempre di amore e di passioni, con tutte le loro deviazioni. Anche in “Troppo freddo per Settembre” ci sono storie d’amore: in particolare sono emozionanti e struggenti quelle tra il professore e la nipotina e tra il professore e il suo ex allievo Rosario.
Se i suoi romanzi danno molto spazio ai problemi sociali, in questo sottolinea fin dall’inizio che occorre ascoltare la voce dei bambini e degli anziani, sottovalutata e dimenticata, e che bisogna superare l’indifferenza che permea la società. 
Mina Settembre, un’assistente sociale, ha proprio un ruolo adatto a parlare di questi argomenti e la serie è ambientata nei Quartieri Spagnoli, una zona estremamente difficile, densamente popolata, priva di servizi, duramente segnata dalla presenza della camorra. 
“Troppo freddo per settembre” è il libro dei fuori posto, di chi non è in sintonia con se stesso.
Mina Settembre opera in quei quartieri a sostegno degli ultimi, dei diseredati, gli invisibili : eppure è fuori posto, perché viene percepita dagli abitanti come la signora borghese, una straniera; per di più si sente fuori posto anche nel suo corpo. Così come è fuori posto il medico Mimmo Gammardella, che lavora nel Consultorio, ma vorrebbe fare il missionario, È fuori posto anche il professore, la vittima, colto, intelligente, filosofo, che ha l’apparenza del senzatetto, e lo è davvero, cacciato da casa sua dalla sua esecrabile famiglia. La bambina è piccola ma ragiona come una vecchia saggia. C’è anche il ragazzo, Rosario, figlio di un boss, un predestinato  che non vuole entrare nel clan, ma studia e si laurea; ci sono gli altri due adolescenti feroci, in una famiglia apparentemente normale ma disfunzionale, dove la cattiveria domina in modo sconcertante.
Il libro è complesso, ci sono molte storie scabrose intrecciate, eppure procede per contrasto con i toni della commedia divertente e ironica.
Aprirsi al nuovo, come una pagina bianca prima di essere scritta: un suggerimento prezioso valido per tutti e in particolare per gli scrittori. Maurizio de Giovanni è un autore prolifico e si trova a conoscere molte più storie di quante ne possa raccontare, proprio prestando attenzione a quello che il mondo mostra in ogni angolo, dovunque ci sia vita.
Se il romanzo nero è una comfort zone per lo scrittore, dopo tanti libri scritti, ha pronto nella mente tre storie d’amore che speriamo possano vedere presto la luce: non c’è dubbio che sarebbero eccellenti, non meno dei noir! 
Un segreto in anteprima, svelato proprio da lui in questa occasione: lo volete sapere?  Da appassionata lettrice e fan aspetto l’uscita del prossimo libro a dicembre: “Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone”. Segnatelo sul calendario, sarà il regalo di Natale più bello!

Tiziana Viganò

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