In attesa di averlo graditissimo ospite al NebbiaGialla Suzzara Noir Festival, MilanoNera ha avuto la gradita opportunità di porre qualche domanda a Alessandro Meluzzi, in libreria con Menti insolite. Radiografia di cinque femminicidi, scritto con Fabio Federici e Massimo Numa, Oligo editore.
Il suo libro parla di femminicidi. Cosa distingue un femminicidio da un omicidio, e perché è importante questa distinzione?
Un femminicidio è un omicidio ma con un aggravante: la motivazione sessista del colpevole che ammazza perché vuole reprimere, eliminare e sconfiggere un esponente di genere femminile. La distinzione è importante oggi, in quanto non si era verificato in precedenza nulla di simile. È vero, le donne venivano uccise un tempo perché erano considerate di proprietà. Ma c’è una sfumatura diversa nel nostro tempo: le donne si sono emancipate e non appartengono più all’uomo che non riesce a farsene una ragione. Anzi, la ragione c’è e risiede nel rapporto di attaccamento con le figure di attaccamento. Se l’uomo è stato un bambino trascurato, allora diventa potenzialmente un criminale.
Le donne sono ancora il sesso debole?
Aimè, è così: le donne sono ancora il sesso debole. Non intellettualmente, anzi le donne sono sempre state un passo avanti agli uomini. Purtroppo, spesso subiscono la fisicità dell’uomo che è più forte dal punto di vista corporale. Le donne hanno l’arma della parola, che è risaputo che rimane inascoltata. Ecco perché la legislazione in merito deve cambiare e deve prevenire, agendo preventivamente.
Lei è un personaggio televisivo, crede che questo possa stimolare il suo pubblico ad approcciarsi anche alla lettura e quindi a un ulteriore approfondimento del tema, o in questo caso tv e libri viaggiano su binari separati?
Credo che ogni contenitore comunicativo abbia il suo pubblico privilegiato, ma un contenitore può veicolare un messaggio che rimandi ad un altro contenitore. Quindi, credo che la televisione possa in qualche modo dare l’input della lettura. Succede, infatti, il contrario: la lettura di un libro può suggerire la visione di un prodotto visivo valido, come nel caso dei documentari o delle miniserie. In generale, non si può pensare che il cervello funzioni per compartimenti stagni, o meglio per molti individui è così. Poi, ci sono certamente personalità meno adatte alla ricezione di messaggi, qualsiasi sia il contenitore che li veicola.
Ringraziamo Alessandro Meluzzi per la disponibilità.
L’appuntamento con Alessandro Meluzzi è al NebbiaGialla Suzzara Noir Festival – 1/3 febbraio 2019 – Suzzara (Mn)
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