MILANO COLD CASES



Massimo Pisa
MILANO COLD CASES
dalai
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C’è la signora morta per uno scippo, l’edicolante ucciso senza motivo, il professore dalle frequentazioni equivoche legato e morto in casa. Sono i casi freddi, spesso congelati, che Massimo Pisa, giornalista de ‘la Repubblica’, racconta in “Milano cold cases”, libro edito da Baldini&Castoldi, fresco di pubblicazione, che raccoglie 18 delitti irrisolti avvenuti in città divisi in capitoli “ispirati” dalle canzoni di Bruce Springsteen. Omicidi senza assassini che raccontano la vita di 18 milanesi: emarginati, delinquenti e persone perbene, tutti accomunati dalla morte per mani sconosciute. Nata dalla felice intuizione del quotidiano ‘la Repubblica’ che ha pubblicato le storie nelle proprie pagine di cronaca milanese, la rassegna dei casi freddi di Pisa è un piccolo viaggio tra verbali di polizia e carabinieri, testimonianze raccolte sul campo, lavoro certosino di indagine nelle pieghe di una tragedia e di vite spezzate con la violenza. Escluse, per ammissione dello stesso autore, le “voci”: perché questi delitti senza colpevole sono raccontati tutto sommato senza dolore, parlano i fatti. E qui i fatti raccontano di indagini finite in un vicolo cieco, indizi e false piste, prove ‘mancate’ per un soffio, basta un paio di occhiali non indossati da un testimone con problemi di vista. Sullo sfondo la città ‘nera’, come è sempre stata, senza bisogno, almeno per questo, che ci siano colpevoli a dimostrarlo.

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