La ragazza che non doveva morire – Millennium 6 – David Lagercrantz



David Lagercrantz
La ragazza che non doveva morire
Marsilio
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Ricordiamo che mercoledì 2 ottobre, David Lagercrantz sarà a Milano nell’ambito dello ZacapaNoir Festival. 
Qui tutte le info per parecipare alla cena con Lagercrantz, Carlos Zanon e Paolo Roversi:
https://zacapanoirfestival.it/
Il sesto (e ultimo?) capitolo di Millennium, arrivato nelle librerie a fine agosto a spezzare l’ingiustificata pausa estiva che si concedono gli editori, conferma la bravura di David Lagercrantz. Sull’eventuale (e inutile) paragone con l’ideatore della saga Stieg Larsson, non spenderemo qui nemmeno una parola. Allo scrittore e giornalista svedese Lagercrantz si possono fare alcuni rimproveri -una certa monotonia di linguaggio, per esempio-, non certo di non aver saputo portare a termine (ma sarà vero che non scriverà altre puntate?) un progetto certamente complicato e affascinante, qual è quello che stava nella testa del più celebre Larsson, fermatosi alla trilogia prima di scomparire. “La ragazza che non doveva morire”, pubblicato come i cinque precedenti da Marsilio, parte dal ritrovamento del cadavere di un barbone in un parco nel centro di Stoccolma. Oltre alla polizia criminale, a indagare sono Mikael Blomqvist, giornalista duro e puro alla guida della rivista d’inchiesta Millennium e Lisbeth Salander, la coprotagonista. E’ lei, giovane ed eccentrica ricercatrice esperta di pirateria informatica, a tenere in piedi la storia. E Lagercrantz non la cambia. Non smussa le asperità del suo carattere -è profonda, complessa, così come è nata dalla penna di Larsson- e anche per questo va promosso. Come sempre, per quanto ci riguarda, stop alla trama. Un’ultima considerazione la riserviamo ancora allo stile dell’autore. Io mi sono fatto l’idea che come molti (bravi) giornalisti che diventano scrittori, anche Lagercrantz ogni tanto abbia il timore di “volare alto”. Sforzarsi di rendere le frasi il più chiare possibili, appiattendole gioco forza un po’, è certo utile alla comprensione del lettore, ma frena forse la fantasia. Chi già conosceva la serie ha per così dire l'”obbligo” di chiudere il cerchio. Voto 7- (se fosse una canzone suonerebbe come “Youth Against Fascism” dei Sonic Youth).

Alessandro Garavaldi

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