Nessuno è innocente



Roberta De Falco
Nessuno è innocente
Sperling & Kupfer
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Trieste. Una settimana di fine settembre 2012. Un’anziana magra signora ebrea è annegata, il commissario Ettore Benussi dice incidente, l’ispettore Elettra Morin sospetta giustamente omicidio. Lui è alto grosso grasso (sui 110 ma ora prova la Dukan), a 7 anni dalla pensione (quando scriverà gialli), di umili origini e presto orfano, sempre più pigro, figlia ribelle. Lei è giovane abile coraggiosa, non bella ma grintosa, sta preparando il concorso, sempre tesa e addolorata, adottata da bimba, amata dal biondo femmineo smilzo collega napoletano Valerio Gargiulo. La morta era Ursula Cohen, perfida avara maligna, in tanti (almeno sette) avrebbero voluto o dovuto e potuto, prendendola a calci dopo il teatro per poi gettarla in mare. Tutto ruota intorno alla villa. L’esordio letterario del canuto pseudonimo Roberta De Falco (“Nessuno è innocente”, Sperling & Kupfer 2013, pag. 303 euro 16,90), in terza varia, ha come filo famiglie adottive e conflitti generazionali sia del passato che del presente friulano, vite segnate da tragedie, kapò giardinieri badanti migranti frati. Ci saranno altri casi. Suoneria col Bolero di Ravel e Tartare di salmone.

valerio calzolaio

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