Noir e rose a Piazza Navona

Una vera chicca per un’appassionata di genere vedere celebri scrittori noir distribuire rose e libri a Roma, sotto un cielo poco rassicurante, in Piazza Navona: è un’usanza spagnola.
In occasione della giornata internazionale del libro, l’Istituto Cervantes ha organizzato un incontro di grandi autori per fare il punto su terreni comuni e differenze tra Italia e Spagna nel raccontare storie nere.
In rappresentanza della “scuola” italiana Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo, la novela negra spagnola invece era rappresentata da Josè Maria Guelbenzu, Rafael Reig e Lorenzo Silva.

I personaggi seriali che animano i romanzi degli autori spagnoli presenti meritano un breve excursus.
Mariana de Marco è l’eroina di Guelbenzu, autore non ancora tradotto per il mercato italiano.
Il malinconico investigatore privato, Carlos Clot, si muove nelle pagine di Reig in una contaminazione di generi: western, noir, fumetto.
La coppia Bevilacqua e Chamorro, sergente ed assistente della guardia civile spagnola, scavano nei misteri e nei peccati della società spagnola nei romanzi di Silva.

L’incontro, strutturato inizialmente in rigide tornate di domande ai singoli autori, si è ben presto trasformato in un vivace dibattito che ha toccato molti punti importanti, offrendo agli ascoltatori interessanti e inedite chiavi di lettura.
Innanzitutto è stato posto l’accento sulle differenti scuole europee di genere, suffragata dagli stessi autori spagnoli l’idea guida lanciata da Carlotto e De Cataldo: il noir spagnolo esprime un impianto narrativo differente rispetto al panorama italiano e conia personaggi più consolatori rispetto alle storie di casa nostra.
Chi si incarica di scoprire il mistero e regala ritmo alla trama è quasi esclusivamente un “regolare”, appartenente alle forze dell’ordine.
In Spagna si lavora su una folta galleria di personaggi, e, nel caso di Silva, per esempio, è la stessa storia della vittima a fornirci spesso la chiave del mistero.
Il crimine che avvolge le vite è, quindi, per la novela negra, la chiave per capire la società.
Nel corso del confronto tra autori c’è stato spazio anche per considerazioni che coinvolgono altri mercati letterari.
Innanzitutto quello del noir nordico che vive una stagione esaltante.
I personaggi che lo animano sono molto tormentati, ma vi è essenzialmente una certezza delle regole che nel bacino mediterraneo è sempre mancata trasformandolo in una zona politicamente esplosiva.
E’ illuminante in questo senso la considerazione di De Cataldo sulla democrazia e i differenti approcci letterari in Europa.
Il noir nordico racconta la corruzione del personaggio all’interno della democrazia, il noir mediterraneo invece racconta la crisi della democrazia.
Massimo Carlotto nel suo intervento ha preso in considerazione le varie scuole europee, mettendo l’accento su due importanti questioni.
In primis definire con chiarezza il compito dello scrittore noir in ambito mediterraneo vale a dire il raccontare le trasformazioni della società attraverso la globalizzazione.
In seconda istanza la valorizzazione della ricerca e dell’inchiesta sul campo, temi che ormai da tempo latitano nella produzione oltre oceano.
La letteratura americana di genere è in declino, è l’opinione di tutti i convenuti, essa non ha più la capacità di raccontare la società odierna, gli europei scandagliano meglio il loro territorio, anche perché nessuno nel bacino mediterraneo ha una storia condivisa.
Il rapporto tra narratore e lettore si modifica e si trasforma, non c’è evasione, ma la volontà di creare un contrasto dal quale scaturisca una presa di coscienza sulla reale situazione della società nella quale si è immersi.
Un genere in continua evoluzione il noir, che, al di la degli stilemi classici, deve trovare nuove vie coraggiose di comunicazione, compresa la contaminazione con il cinema.
Felice l’intuizione di Carlotto e De Cataldo nel chiudere il dibattito, tentare un meticciato di generi per tornare a leggere e scrivere storie importanti che ci facciano riflettere.

alessandra anzivino

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