Pillole di Giallo di Enrico Luceri. La suspense nel giallo: all’imporvviso una sconosciuta

PiLLOLE DI GIALLOLA SUSPENSE NEL GIALLO: ALL’IMPROVVISO UNA SCONOSCIUTA!
di Enrico Luceri
In un romanzo giallo la tensione può essere creata con l’atmosfera e l’ambientazione.
E con le situazioni, i colpi di scena, le sorprese che stupiscono e spaventano i lettori.
C’è una situazione che ai lettori fa più paura delle altre, perché li coinvolge personalmente, e distrugge, frantuma la certezza più rassicurante: scoprire all’improvviso che la persona che vive accanto a loro è una sconosciuta, che nasconde una personalità, delle emozioni e delle intenzioni ben diverse da quelle che conosciamo da anni.
Un marito o una moglie, un fratello o una sorella, un amico a un’amica affezionati. Da anni, una presenza costante, disponibile, comprensiva, affettuosa, innamorata.
In apparenza.
In realtà, quella presenza è rabbiosa, vendicativa, allucinata, ossessionata.
Perchè?
Forse le abbiamo fatto del male. Senza volerlo, naturalmente. Le abbiamo procurato un dolore insopportabile, vissuto come un’ingiustizia.
E allora ha deciso di vendicarsi. Prima terrorizzare, poi uccidere.
Questa situazione aumenta la suspense in un giallo: costringere i lettori ad affrontare la paura che la persona al loro fianco diventi all’improvviso una sconosciuta. E un’assassina.
Questa situazione è una pietra scagliata contro una vetrata. Una superficie incrinata che dopo qualche minuto crolla e si frantuma in tante schegge.
Questa situazione è una lama infilata fra le quiete abitudini e le facili e banali sicurezze della vita.
Una pietra e una lama che costringono i lettori a vivere la stessa paura dei personaggi del romanzo. Una pietra e una lama che aumentano la tensione, anzi, la suspense.
“Non dovevo andare a cercare tanto lontano”, esclama Roberto Tobias nell’inevitabile colpo di scena del film Quattro mosche di velluto grigio, di Dario Argento.

Enrico Luceri

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