Pillole di Giallo di Enrico Luceri. L’emozione che uccide!

PiLLOLE DI GIALLOPillole di Giallo
L’EMOZIONE CHE UCCIDE!
di Enrico Luceri

In alcuni romanzi gialli il movente dell’assassino è ancora più importante della sua identità.
Lo è perché si tratta di qualcosa che coinvolge profondamente i lettori, riguarda un’esperienza che hanno vissuto, e li costringe a fare i conti con un passato imbarazzante e sgradevole.
Questo movente è il ricordo di un’emozione rubata. Un movente impalpabile e solido allo stesso tempo.
Un’emozione rubata.
Dei genitori che ci hanno deluso. Un fratello o una sorella che ci hanno negato il loro affetto. Un ragazzo o una ragazza che ci hanno giurato un amore eterno che non si è rivelato tale. Degli amici che hanno tradito la nostra fiducia. Dei compagni di scuola che hanno commesso una marachella, e poi hanno accusato noi, per evitare la punizione.
Tutti abbiamo vissuto un’esperienza simile, e siamo riusciti a superarla, più o meno con difficoltà, a dimenticarla. Quel ricordo è svanito nel tempo. Si è dissolto come il fumo di una sigaretta nell’aria. O è sbiadito come il colore di certe fotografie dopo decenni, quando volti e paesaggi non si distinguono più.
Ma qualcuno non ce la fa, e il ricordo non si dissolve, ma sopravvive, addormentato in un posto buio e freddo in fondo alla memoria, o all’anima se preferite, che fa paura solo immaginarlo. Un giorno quel ricordo si sveglierà, e sarà diventato qualcosa di diverso: un’ossessione, anzi un trauma. Che rinnova dolorosamente il ricordo di quell’emozione rubata.
C’è una sola medicina per calmare quel dolore, quella sofferenza: uccidere chi l’ha provocata.
E se fossero svaniti, loro sì, spazzati via dal trascorrere inesorabile del tempo?
Allora, uccidere chi ha svegliato il trauma.
Allora gli omicidi commessi dall’assassino, così elaborati e quasi barocchi nella loro messa in scena, sono solo un’unica, disperata, straziante richiesta d’amore: riavere indietro quell’emozione rubata.
Io scrivo romanzi gialli per sciogliere il grumo che impasta rancori, rimpianti, rimorsi che per convenzione chiamiamo emozione. L’assassino uccide i ladri di quell’emozione.
Perché in fondo tutto nasce da quel furto di un’emozione, una colpa di cui non riusciamo, o vogliamo, pentirci.

Enrico Luceri

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