Il tempo atmosferico condiziona la vita e l’umore di tutti noi e Maurizio de Giovanni è sempre attento a descriverci nei dettagli le sensazioni positive e negative indotte dal meteo. In questo libro c’è la pioggia, non quella benefica, sottile, ma un vero diluvio che sembra voler lavare la città, una cascata d’acqua che è un sentimento, non un mero sottofondo, e rispecchia perfettamente lo stato d’animo dei suoi personaggi tormentati.
“…La pioggia… Nulla di più lontano dalla vostra acqua che cade dai tergicristalli e dagli ombrelli. Un sentimento nero che appena compare trasmette l’assoluta certezza che non finirà mai, che lascerà tracce profonde, e cicatrici, e ferite sanguinanti, che correrà persino il rischio di portarvi in qualche posto oscuro dal quale un pezzo della vostra anima non sarà capace di tornare indietro”.
Il quartiere di Pizzofalcone, come altri quartieri napoletani, presenta un miscuglio di case ricche e poverissime, abitate da nobili, borghesi e poveracci, senza distinzione, senza confini e, nonostante i numerosi tentativi di miglioramento, Napoli è una città che fa paura: violenza e odio imperversano ancora. Continuerà a piovere? Forse. Forse per sempre.
In un condominio esclusivo del quartiere viene ucciso un uomo di ottantasette anni, malato gravemente, con pochi mesi di vita: era Leonida Brancato “il più bastardo infido e bravo tra i penalisti di questa città” un avversario imbattibile, “il re del cavillo”, che aveva fatto assolvere con la sua abilità molti delinquenti.
La casa dell’avvocato era piena di cose preziose, ma non è stato il furto la causa dell’omicidio. La vittima è un uomo solo, isolato volontariamente, con un figlio che lo odia e una nipote, cui ha regalato lo studio più famoso della città, che non lo ama. I Bastardi si rendono subito conto che solo un odio profondo si cela in chi, dopo averlo strozzato a mani nude, ha massacrato a calci un vecchio corpo già morto.
La chiave per capire sta nel modo in cui è stato ucciso, il sentimento che sta dietro l’atto…. Ci dev’essere un demone in questo assassino.
“…nessun delitto era mai uguale a un altro per dinamiche e modalità, ma a essere simili erano le origini, i sentimenti perversi che portavano all’omicidio: invidia, ossessione, potere, soldi. A fare la differenza erano le vie sotterranee percorse da quegli impulsi“.
I Bastardi sono alle prese con la loro pioggia interiore e cercano di barcamenarsi tra i loro problemi e un’indagine molto difficile. Lo scrittore ci parla di loro con empatia, sono figli suoi e nostri amici intimi, ormai di lunga data, li conosciamo bene e partecipiamo alle loro vicende da vicino.
La squadra si trova in un momento difficile anche sul lavoro. Laura Piras se n’è andata e il nuovo procuratore Sommella mette loro i bastoni tra le ruote: nonostante abbiano dimostrato di essere i poliziotti migliori della città il pregiudizio su di loro continua a essere pesante, insopportabile.
Hanno poco tempo per condurre le indagini. Come è successo molte volte sarà Pisanelli, pensionato sempre pista con la sua esperienza di tanti anni e le sue conoscenze nel quartiere, a trovare la via giusta per risolvere il caso. Perfino lo sgocciolio del rubinetto nel bagno della vittima si rivelerà un indizio importante.
Ma soprattutto sarà il contributo di tutti i componenti della squadra, con i loro dubbi, i particolari minuti raccolti, le informazioni che come in un puzzle incastreranno tutti gli elementi per arrivare alla soluzione brillante e veloce.