Poirot sul Nilo – Agatha Christie



Agatha Christie
Poirot sul Nilo
Mondadori
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Un capolavoro nel suo genere, un talento che non si smentisce, la compagnia ideale per le fredde e lunghe serate invernali da soli, davanti al camino. 

Si parla di una delle opere migliori della maestra del giallo, Agatha Christie, che con uno stile snello e sintetico e con una descrizione a rapide pennellate di luoghi e personaggi, ha scritto un romanzo avvincente in cui entrano in campo alcune tra le debolezze più conclamate dell’umanità: vendetta, gelosia, avidità, arroganza, frustrazione. 

L’intreccio narrativo usa un espediente finissimo: ci presenta i personaggi, fuori dai luoghi in cui avverranno i delitti. La giovane Jacqueline de Bellefort si reca dalla sua migliore amica, la ricca ereditiera Linnet Ridgeway per chiedere un lavoro per il fidanzato Simon Doyle. Dopo tre mesi ricompaiono Linnet e Simon in luna di miele e Jacqueline che li perseguita, animata da sete di vendetta. Hercule Poirot, detective belga, si trova in vacanza in Egitto e tenta di dissuadere Jacqueline dai suoi propositi, come richiesto da Linnet Ridgeway, donna bellissima, dal cervello fine, la donna più ricca d’Inghilterra. Intorno a lei ruotano due personaggi singolari, l’avvocato Pennington, legale statunitense di Linnet, e Jim Fanthorp, inviato dai legali inglesi per controllare a sua volta l’americano. 

La coppia di neosposi, Linnet e Simon Doyle, descritto come alto con le spalle squadrate, ma incredibilmente semplice e infantile, un uomo d’azione, uno stupido, per sottrarsi all’importuna presenza di Jacqueline, un cervello freddo, s’imbarcano per una Crociera sul Nilo.

Ed è così che un gruppo di sconosciuti benestanti, confinati in un lussuoso battello da crociera, il Karnak, in navigazione sul Nilo, diventano lo scenario ideale per uno dei gialli più leggendari che siano mai stati scritti. 

Le bellissime ambientazioni e le digressioni sull’Egitto servono ad introdurre il lettore in un’atmosfera talmente magica, creata dalla scrittrice, da riuscire a percepire il caldo soffocante durante la pur scorrevole lettura. Agatha Christie, infatti, pone sullo sfondo del romanzo un viaggio archeologico e rende vivi i monumenti dell’antico Egitto, servendosi dell’esperienza del suo secondo marito, che era archeologo. L’attentato a Linnet, durante la visita del Tempio di Abu Simbel quando è precipitato un masso, è servito proprio ad accrescere il fascino misterioso di quei luoghi come solo un esperto può fare, sottolineando coi dialoghi la diversa prospettiva che si ha visitando questi templi di giorno e di sera con la luce artificiale, il Cairo, la diga di Assuan, il treno da Luxor, il susseguirsi delle maledizioni su Linnet, una donna poco abituata ad essere contraddetta. Senza tralasciare l’aria sinistra che aveva il paesaggio della Nubia, quando il Karnak dopo essere salpato, attraversava una stretta gola. 

Sullo scompartimento del treno, al solito, Poirot, che non si lascia confondere dalla frenesia e dal disordine dei facchini indigeni, ma grazie al suo metodo logico e rigoroso ci fornisce una descrizione della Signorina van Schuyler davvero notevole, a mio parere: anziana, con volto rugosissimo, un collettino bianco inamidato, una quantità di brillanti e un’espressione di livore e disprezzo per la maggior parte dell’umanità. Alla crociera, infine, si attribuisce un valore escapologico: portatrice di morte, traghettare verso gli inferi, in effetti di omicidi se ne susseguono.

In occasione della prossima uscita del film “Assassinio sul Nilo” con la regia magistrale di Kenneth Branagh, credo che rispolverare “Poirot sul Nilo” sia un’ottima occasione per riassaporarne le virtù.

Valeria Arancio

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