Premio Tedeschi 2021: intervista alla vincitrice Maria Elisa Aloisi – Il canto della Falena


Con “Il canto della falena”, la siciliana Maria Elisa Aloisi si è aggiudicata la 42° edizione del prestigioso Premio “Alberto Tedeschi” Giallo Mondadori, la cui vittoria coincide con la pubblicazione del romanzo nella mitica collana che coi suoi novanta e passa anni di storia, è la più longeva e letta in Italia. Avvocato penalista nativo di Lentini, con casa ai piedi dell’Etna, dove vive col marito e i suoi tre pastori tedeschi, Maria Elisa Aloisi ha dato vita una nuova protagonista in gonnella, l’avvocato Ilia Moncada che dovrà difendere la dimessa Speranza Barone dall’accusa di uxoricidio. Un giallo costruito in maniera impeccabile, dove l’autrice dispiega le sue conoscenze giuridiche senza annoiare il lettore ma, al contrario, portandolo con lei nell’aula giudiziaria sino all’inatteso colpo di scena finale.

Milanonera ha intervistato l’autrice.

Cos’ha provato quando Franco Forte, editor del Giallo Mondadori, l’ha chiamata per annunciarle la vittoria della 42° edizione del Premio Tedeschi?
Ero in ansia già da qualche giorno perché, analizzando ogni bit del blog del Giallo Mondadori, mi ero accorta che negli anni precedenti il vincitore del premio veniva proclamato la prima settimana di aprile e di mercoledì. Il 7 aprile, dunque, che era appunto un mercoledì, mi ero persuasa che fosse il fatidico giorno e fissavo isterica il telefono già dalle 9 del mattino. A ogni telefonata diventavo più intrattabile e liquidavo in tre secondi netti l’interlocutore di turno. Alle due del pomeriggio lo stato emotivo era passato dall’eccitazione alla totale prostrazione. Rassegnata, aspettavo le cinque, orario in cui generalmente negli anni precedenti veniva proclamato il vincitore; ero convinta che fosse ormai tardi per essere contattata e di non avere più chance. Ma alle 16.12 squilla il telefono. Numero sconosciuto: una sequenza numerica più armonica di quella di Fibonacci! Rispondo con un filo di voce, dall’altra parte della linea sento la voce di Franco Forte e vado in arresto cardiaco.


Come ci si sente a far parte di un club esclusivo che ammette un solo socio all’anno dopo una durissima selezione?
Sono già trascorsi un paio di mesi dall’annuncio, eppure vivo ancora con lo stato d’animo di “non è possibile che stia capitando a me”. Allora sa cosa faccio? Vado su Google e digito “Albo d’oro Premio Tedeschi”. Scorro la lista e accanto all’anno 2021 leggo il mio nome, sospiro. Allora è tutto vero, mi dico. Questo accade un paio di volte al giorno!

Nata a Lentini, vive ai piedi dell’Etna, dove esercita la professione di avvocato, circondata da fidati amici a quattro zampe, e scrive romanzi, ma chi è veramente Maria Elisa Aloisi?
Un miscuglio di tutte le cose che ha elencato: la professione che esercito, l’amore per i miei tre pastori tedeschi, miei maestri di vita, la passione per le storie e per la mia terra, la Sicilia.

Tratteggiamo la protagonista del suo romanzo Il canto della falena, un avvocato penalista come lei. La presenti ai suoi lettori.
Ilia Moncada è un giovane avvocato, dal forte intuito, ma dai modi alle volte un po’ impacciati. È molto concentrata sul lavoro, specie dopo aver subito una delusione sentimentale. Non ama parlare in pubblico, cosa che nella sua professione può rappresentare un problema. Per questa ragione tiene sempre in tasca tre pietre di calcedonio blu: la pietra degli oratori. Si dice che la tenesse in bocca perfino Demostene per superare la balbuzie e che migliori le capacità dialettiche del suo possessore. Per il resto, caratterialmente, le fa da contraltare la socia e amica Irene Marra, opportunista e dalla spumeggiante vita di società. Proprio lei comincerà a pressarla perché accetti un caso di forte rilevanza mediatica.

Quali difficoltà ha trovato nel rendere avvincente la fase processuale, in realtà prolissa e priva di colpi di scena rispetto a quella americana?
Mi sono divertita a mettere i bastoni tra le ruote alla mia protagonista più che altro. Ilia Moncada esita ad accettare la difesa di un caso che appare disperato, tanto più che il processo è stato compromesso dall’inesperienza di un azzeccagarbugli che ha condotto la fase preprocessuale. Proprio questo è uno degli escamotage che mi ha consentito di bypassare quella che in gergo forense definiamo la full discovery. Mi spiego meglio: Ilia, intervenendo nella difesa all’ultimo momento, non ha avuto il tempo di pianificare la sua strategia durante la fase delle indagini. Ragion per cui sarà costretta a improvvisare.

È noto il detto che in un’aula di tribunale conta la verità che si può dimostrare non la verità dei fatti. Quanto deroga la verità processuale alla verità sostanziale?
Dipende da caso a caso. Ma è anche vero che, spesso, la verità storica non coincide con quella processuale perché in mezzo ci si mettono il codice e l’abilità del pubblico ministero e dell’avvocato. Così la verità diventa argilla plasmabile, un liquido che assume la forma del suo contenitore. È uno specchio che deforma l’immagine e questo è linfa per ogni romanziere.

Come pianifica la costruzione delle sue trame? Scaletta ogni dettaglio per singola scena o si affida all’ispirazione del momento?
Si suole distinguere gli scrittori in due categorie: gli architetti e gli esploratori.Io appartengo di sicuro alla prima categoria e sono un’appassionata di narratologia. Dedico molto tempo, a volte anche mesi, alla costruzione della trama e alla struttura, compilo schede minuziose dei personaggi, dell’ambientazione, mi concentro sui plot point, studiando tutte le possibili alternative. Solo dopo inizio a scrivere. Ciò non vuol dire che resto necessariamente legata all’idea originaria, posso anche decidere di modificare mentre sono in corsa. Di base, però, non mi basta sapere il punto di partenza di una storia e quello di arrivo, devo conoscere in dettaglio tutto il tragitto.

Salutiamoci raccontando qualcosa ai nostri lettori dei suoi progetti futuri.
Ho un debole anche per la narrativa per ragazzi e ho appena terminato di scrivere un romanzo fantasy per bambini, un progetto particolare al quale ho lavorato con grande impegno per mesi. Questa estate mi dedicherò alla stesura di un racconto che farà parte di un’antologia di racconti gialli ambientati in Sicilia e il cui titolo provvisorio è “Gialli siculi”. Inoltre, proprio questo weekend, farò un salto alle isole Eolie. È lì che vorrei ambientare la prossima avventura di Ilia Moncada.

Roberto Mistretta

Potrebbero interessarti anche...