Una proposta che non puoi rifiutare…

Ogni giorno qualcuno ci scrive per diventare collaboratore di MilanoNera. A volte sono mail lunghe, altre volte brevi. In alcuni casi, però, qualcuno si propone in modo originale.
Noi della redazione abbiamo apprezzato e così ecco questo botta e risposta fra Antonio Del Rosso e Cristina Aicardi.
Buona lettura!

Flebili luci resistono alla stretta delle tenebre nel silenzioso locale notturno. Le sedie sui tavoli e un posacenere dimenticato contenente quattro cicche di Marlboro si offrono alla stanca vista del proprietario, Paolo.
Tutto ciò che gli rimane della serata è un incasso decente e una leggera nebbia azzurrina che satura l’ambiente.
Paolo prende l’incasso e lo depone all’interno della sua giacca di pelle vintage. Si prepara un whisky e si siede in fondo alla stanza. Sono 10 anni che beve il bicchiere della staffa in solitudine, dopo la chiusura del locale, al suo tavolo preferito. È l’unico posto che gli offre una visuale dettagliata del suo mondo, anche nella penombra.
Bussano alla porta. Paolo fa finta di nulla. Qualche ubriacone che cerca l’ultimo sorso, pensa. Con decisione e un pizzico di insolenza cercano di aprire la porta.
Un ubriaco non sarebbe così incisivo e insistente. Paolo prende la 38 che nasconde dietro il bancone e si sistema di fianco alla porta.
-Siamo chiusi- dice.
-Non voglio bere- risponde una voce roca dall’altra parte. È una voce bassa, maschile, impastata da due pacchetti di bionde al giorno… da molto tempo.
-Gira al largo amico – ribatte Paolo, non é serata.
-Mi interessa discutere… Discutere di affari. Con Paolo Roversi. Mi hanno detto che cerca collaboratori e che lo avrei trovato qui, a fare chiusura al Milanonera. Puoi tenermi sotto tiro con la 38, se non ti fidi.-
Due giri di chiave e la porta si apre.
-Come sai della 38?- Dice Paolo, tenendo il suo interlocutore sotto tiro.
-Prenderei anche io delle precauzioni con un locale in questa zona della città. La 38 è la meno impegnativa da pulire, molto affidabile e abbastanza piccola da nascondere. Mi chiamo Antonio e vengo da 50 km ad ovest di Milano-
Antonio attraversa la soglia con le mani aperte, all’altezza dei fianchi. Una figura snella, avvolta in uno spolverino di pelle nera e stivali da cowboy. Il viso, solcato da una cicatrice sulla guancia sinistra, mostra un sorriso cordiale. Gli occhi scuri e penetranti.
Paolo, che lo tiene sotto tiro dalla distanza di 3 metri, rimane colpito dalla sicurezza che dimostra il suo ospite.
-Chiudi la porta senza fare scherzi e siediti a quel tavolo in fondo. Dice Paolo.
Poi, seguendo Antonio da debita distanza con la 38, prende una bottiglia di whisky e un bicchiere e si siede di fronte  a lui.
-Mi hanno detto che cerchi collaboratori. Io non ho esperienza nel campo, però mi interessa. Vorrei approfondire. Esordisce Antonio.
-Questo è un posto molto particolare. Tu leggi?- chiede Paolo, versando da bere con la mano libera.
-Sì… da 3 anni ho ripreso ad un buon ritmo, circa 60 libri all’anno. Da poco ho scoperto i gialli, e alcuni suoi sottogeneri e mi ci sono appassionato. Vorrei collaborare con te per approfondire la mia conoscenza del genere letterario. Lavoro nel ramo dei trasporti da 15 anni, ne compio  41 ad Agosto.
Paolo mette la 38 nella cintura, e si rilassa appoggiandosi allo schienale della sedia. Prende il suo zippo e inizia a giocarci, fissando Antonio  negli occhi.

Lo guarda a lungo – sei convinto? – chiede – qui si fa sul serio-
-Mettimi alla prova –  risponde Antonio.
Paolo prende la pistola , si alza e rimane davanti a lui con la 38 in pugno. Poi si gira e va verso il bancone dove lascia l’arma bene in vista. Prende due bicchieri e li appoggia sul tavolo, davanti al suo ospite inatteso.
Antonio non capisce, sono in due, ma ora i  bicchieri sono tre. Alza lo sguardo attonito su Paolo.
Sai – dice Paolo – questa potrebbe essere la tua fine …o il tuo inizio. Potrei farti sparire e nessuno lo verrebbe a sapere. Ma tu mi piaci, e  ti assicuro che non mi capita spesso.Hai del coraggio. Mi hai stupito,  ma ora è il mio turno . Sai, mi hai  sottovalutato credendo di prendermi da solo, alla sprovvista. Ma io sono nel giro da molto e non mi faccio certo sorprendere da un pivello .
– Vedi- continua Paolo – i miei affari non li gestisco da solo, qui trattiamo roba grossa, ho un bel giro. Io comando e ho i miei guardaspalle che eseguono i miei ordini. Io non mi sporco le mani…
Non appena finisce la frase, una porta si apre sul fondo del locale e ne esce una figura , che però si ferma, rimanendo ancora avvolta nel  buio
Antonio è colto di sorpresa, era sicuro di trovare il boss da solo, non sa cosa aspettarsi..
Le parole gli muoiono in gola,  resta in silenzio e muove ansioso  lo sguardo attraverso la stanza, chiedendosi cosa mai accadrà.
Paolo prende la bottiglia di whisky e riempie i tre bicchieri, poi prende il suo, lo alza in un brindisi dicendo – Benvenuto Antonio, felice tu sia parte della banda, sappi però che qui di grana non ne gira, lavorerai per la gloria. Da questo momento però non tratterai più con me, ma con lei- e indica la  presenza ancora nascosta in un angolo buio.
– Prima di lasciarti a lei però, ho da farti due proposte, di quelle che non “puoi rifiutare”:
se ti va, manda un “lavoretto” di prova, tanto per vedere come gestisci gli affari e poi voglio il permesso di rendere pubblico il  nostro incontro. Si deve sapere cosa hai  fatto…
Poi si volta verso l’angolo buio e dice alla figura che aspetta nell’ombra: -lo lascio a te, pensaci tu.-
Detto questo, Paolo svuota in un colpo il bicchiere di whisky,  va a riprendere la pistola, la nasconde sotto la giacca, si accende un sigaro  e esce dal locale, sparendo nella nebbia..gialla.
Antonio  rimane solo con la misteriosa presenza che avanza silenziosa  verso di lui …

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