Tradotto in quarantasette paesi, sempre in testa alle classifiche francesi dal 2011 al 2022, Guillaume Musso esce ora con Qualcun altro (La nave di Teseo, collana Oceani), dopo essersi concesso nel 2023 una pausa privata.
Il titolo italiano del romanzo, traduzione fedele all’originale francese, non potrebbe essere più azzeccato. “Qualcun altro”, e non il marito Adrien Delaunay, il sospettato più ovvio e dunque prontamente indagato, ha ucciso selvaggiamente l’ereditiera italiana Oriana Di Pietro? “Qualcun altro” si cela dietro l’ambigua personalità di Adèle Keller, tata occasionale dei figli della coppia e, forse, amante di Delaunay? “Qualcun altro” era in passato la commissaria Justine Taillandier, della Crim di Nizza, a capo del comando interdisciplinare dell’indagine, prima di essere lasciata dal marito per una giovane e rampante chirurga?
Oppure “qualcun altro” allude a un significato ancora più ambiguo e sinistro? Ovvio che non lo svelerò e al lettore toccherà di arrivare all’ultima pagina per conoscere il vero epilogo di una storia quanto mai intricata e sfuggente.
È certo però che attorno ai quattro personaggi si annoda e si snoda il filo della trama, attraverso una efficace narrazione che li vede alterni protagonisti in terza o in prima persona.
Caso quest’ultimo del racconto di Adèle, che si definisce “donna dell’ombra”, forse per il suo attuale impiego di governante all’hotel Bristol di Parigi che tutto controlla ma che non deve apparire, capace di manifestarsi e svanire come un fantasma tentatore. La sua voce comunque si leva seducente ed elusiva, carnale eppure incorporea, e avvolge il lettore nelle spire di un sortilegio che investe anche i luoghi in cui lei si muove, la piscina sui tetti di Parigi simile al ponte di un veliero o il parco Sempione a Milano, scenari quasi irreali e dunque «propizi all’imprevisto».
Oriana Di Pietro, la vittima, ben riflette la condizione privilegiata che il patrimonio di famiglia le ha riservato. E d’altronde non stupisce la veridicità del suo ritratto poiché Musso, nato e vissuto a lungo ad Antibes, conosce molto bene i modi e i costumi del jet set. Brillante giornalista, poi divenuta editrice, Oriana si è però guadagnata i riflettori per le sue doti non comuni, a dispetto di un passato drammatico che l’ha privata della madre in tenera età e in fondo anche del padre, annichilito da quella perdita. La donna appare come la più convincente rappresentazione di quanto può accadere a ciascuno di noi sottoposto a «shock biografici che, nel bene e nel male, vanno a determinare una frattura, una trasformazione profonda e fanno vedere l’esistenza attraverso una nuova angolazione».
Adrien Delaunay, forse il personaggio più fascinoso del quartetto protagonista, è la quintessenza dello charme ambiguo, «un intellettuale perso nella sua musica, refrattario all’esibizionismo imperante», capace di prodigiose improvvisazioni, evocatrici di «una melodia stordente e meditativa che si dispiega come un moto ondoso». Padre perfetto, marito che pare esente da qualunque sospetto di tradimento, eppure indagato fin dall’inizio per la tragica fine della moglie.
E da ultima Justine Taillandier, l’investigatrice, che ha pagato un prezzo salatissimo al divorzio: «vampate di calore, sudori, tachicardie, sbalzi d’umore, disturbi del sonno. Ciliegina sulla torta, gli otto chili di troppo che compaiono con bella evidenza sulla bilancia». Per non parlare della pessima abitudine di auto infliggersi la quotidiana visione della nuova famiglia dell’ex marito, attraverso gli innumerevoli post felici che i due pubblicano sui social. Justine dopo l’abbandono del coniuge ha «l’impressione di non essere altro che una grossa cosa sfiatata. Un cavallo stremato buono per il macello». L’indagine non sembra in grado di catturare appieno la sua attenzione, fino a quando non interviene anche per lei un clamoroso «shock biografico».
Già. È materiale complesso l’animo umano, «un intreccio inafferrabile costituito da strati differenti e contraddittori, un autentico labirinto a quattro dimensioni» che Musso scava instancabile e riflette pienamente nel racconto, anche se a volte il riverbero può essere ingannevole. Ma in ciò risiede l’abilità di un autore di polar.
Affascinante l’ambientazione: dal placido dondolio dello yacht di Oriana sulle acque incontaminate delle isole di Lérins dove l’acqua diventa turchese, all’aurora bagnata di luce d’ambra a Cap d’Antibes, dai tetti rossi e ocra del Viex-Nice ai paesaggi alpini rassicuranti come «una pubblicità di cioccolato elvetico».
Il punto di maggior forza del romanzo resta comunque il ritmo, di cui Musso è maestro: capitoli brevi, intrecci che si annodano gli uni agli altri, false piste disseminate senza risparmio, protagonisti che alternano i loro punti di vista, articoli di quotidiani, disegni di bambini. Tutto per sorprendere il lettore che, lieto di venir manipolato, attende solo il più disorientante dei finali.
L’AUTORE
GUILLAUME MUSSO, romanzo dopo romanzo, ha costruito un legame unico con i suoi lettori. Nato ad Antibes nel 1974, ha iniziato a scrivere dopo gli studi e non si è più fermato, nemmeno quando è diventato professore di Economia. I suoi libri, più volte adattati per il cinema, lo hanno consacrato come uno dei più importanti scrittori di noir.
Con Rizzoli sono usciti Ci sarai? (2006) e Quando si ama non scende mai la notte (2007); con Sperling & Kupfer La ragazza di carta (1011), Il richiamo dell’angelo (2012) e Sette anni senza te (2012).
Presso La nave di Teseo, dal 2016 a intervalli regolari, ha pubblicato La ragazza di Brooklyn, Un appartamento a Parigi, La ragazza e la notte, La vita segreta degli scrittori, L’istante presente, E poi…, Salvami, La vita è un romanzo e La sconosciuta della Senna.