Quelli che restano
Quelli che restano suona come unindimenticabile suite nero pece, improvvisata da una formazione che raccoglie Artie Shaw, Duke Ellington, Count Basie, Lester Young (a cui lautore dedica unautentica dichiarazione damore con la splendida pagina iniziale del romanzo). E con al microfono la voce da uccellino di Billie Holiday.
Hugues Pagan ci regala una storia che, più che altro, è una session di prova che ben poco sale verso il mondo ultraterreno dove, chissà, regneranno armonia e pace. Su questa terra i suoni sono leggermente diversi. La medesima dissonanza di Dead End Blues.
Chess si muove come al di là dellOceano fanno i miti dellhard boiled (e non è un caso che il pensiero raggiunga Sam Spade, mentre In fondo alla notte il richiamo toccava Philip Marlowe). Ma con un carico di sofferenza interiore simulata in una continua ricerca della solitudine che lo porta più a frequentare i bar dove può incontrare lAlack Sinner di Muñoz y Sampayo.
A dispetto del suo nome, Chess non è un giocatore di scacchi. Chess annusa. La morte innanzitutto. La sua, prima di quella degli altri. Così sembrano dirgli i suoi giorni. E quella che si pesa con la sarabanda che saccende appena gli uomini inciampano nelle proprie vite. Ma cosa si ottiene alla fine del giorno? E che ci resta in mano quando lintera storia non ha più nulla da svelare se non la sua idiota messa in scena? Daccordo, sembra dire Chess. Alla fine, ci usiamo a vicenda. E ci consumiamo. Nessuna novità. Però io continuo a cercare. Che cosa esattamente non so. In compagnia di Lester Young. E della umana, troppo umana Lady Day. Imperdonabile delitto perderlo.
Quelli che restano- Hugues Pagan - Meridiano Zero
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